Accordo sul titolo quinto: il turismo festeggia?

Il titolo quinto della Costituzione va in Aula.

Per il turismo era un passo decisivo per riportare le competenze per la promozione del settore a livello nazionale, dopo la frammentazione di questi anni. Lo si era più volte ricordato anche durante la ultima Bmt di Napoli, con il sottosegretario ai Beni Culturali e al Turismo, Francesca Barracciu, ed ora l’emendamento dei relatori che riscrive il titolo quinto della Costituzione, nello specifico l’articolo 117 , che definisce le competenze legislative di Stato e Regioni è stato approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato. Rispetto al decreto del governol’emendamento aumenta le competenze delle Regioni, ma, finalmente, i settori ambiente, beni culturali e turismo, più le norme generali sulla gestione del territorio e il coordinamento della protezione civile, la produzione, il trasporto e la distribuzione dell’energia, le infrastrutture strategiche e le grandi reti, ritornano in capo al governo. Anche se resta aperta una finstra per le Regioni per tutto ciò che comporta un “ interesse regionale” per dirla con le paroledei relatori.

In particolare sono portate in capo alle Regioni le competenze su, si legge nella relazione,“la programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali; promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese e, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche, in materia di servizi scolastici, istruzione e formazione professionale, promozione del diritto allo studio, anche universitario; disciplina, per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della valorizzazione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici; valorizzazione e organizzazione regionale del turismo; regolazione, sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale, delle relazioni finanziarie tra gli Enti territoriali della Regione per il rispetto degli obiettivi programmatici regionali e locali di finanza pubblica”. Insomma così sembra una rivoluzione a metà. Attendiamo il voto dell’aula, visto che il testo andrà in aula da domani e al voto da martedì prossimo.