Come Airbnb intende collaborare con le città: in Italia si parte da Milano

Comprensione del fenomeno della sharing economy da parte delle istituzioni, riconoscimento a livello legislativo, impegno nel corrispondere alle amministrazioni oneri adeguati. Sono questi i tre step con cui Airbnb sta provando a collaborare con le istituzioni in diverse parti del mondo, come a Parigi e ad Amsterdam. Lo ha raccontato a #BTO2015 il country manager Italia della multinazionale, Matteo Stifanelli, annunciando diverse novità che riguardano anche l’Italia, terzo mercato al mondo per il portale di affitti temporanei di case vacanza, e ancora con grandi opportunità di crescita se si pensa che in Italia ci sono 3,5 milioni di seconde case e l’85% sono sfitte. E in Italia la collaborazione con le istituzioni sta partendo da Milano, come avevamo anticipato a settembre.

“Airbnb – racconta Matteo Stifanelli nell’intervista video che abbiamo raccolto – a Milano e in Lombardia ha partecipato a un dibattito pubblico molto acceso e molto partecipato che è culminato in una delibera a dicembre 2014 che ha sancito l’indirizzo politico del comune sul tema della sharing economy, dichiarandola una risorsa per la città. A questo ha fatto seguito un aggiornamento normativo della Regione Lombardia che ha stabilito i nuovi riferimenti normativi con la possibilità per i privati di affittare fino a tre case nella nuova categoria della “casa vacanza non professionale” che ha obblighi molto più leggeri di quella professionale”.

“Due settimane fa – prosegue Stifanelli – abbiamo firmato l’accordo con la città di Milano che si basa sul supporto ai grandi eventi, sull’esempio di Expo durante il quale hanno soggiornato con Airbnb mezzo milione di viaggiatori. Viaggiatori a cui possono essere fornite informazioni su cosa fare e su come muoversi in città. Poi l’alfabetizzazione digitale per le fasce più disagiate della popolazione che attraverso la sharing economy potranno imparare cos’è internet e come funziona”.