Gli italiani hanno meno voglia di viaggiare: colpa della crisi e dei venti di guerra

Causa crisi e veti di guerra, cala la voglia di viaggiare degli Italiani. Che in autunno puntano su weekend enogastronomici e nelle città d'arte italiane (nella foto, Firenze).

Gli italiani hanno meno voglia di viaggiare. Colpa della crisi economica, ma anche dei “venti di guerra” che incombono.  Emerge dall’ultimo release dell’Osservatorio Confturismo-Confcommercio, realizzato in collaborazione con l’Istituto Piepoli. Secondo l’indagine, aggiornata mensilmente, l’indice di fiducia del viaggiatore italiano è sceso da 58 a 56 (su 100), raggiungendo così il valore minimo da quando la rilevazione è cominciata nel maggio scorso. L’indice è il risultato di un algoritmo, che combina le risposte date ad una serie di domande sulle abitudini e sulle previsioni di viaggio. La propensione ai viaggi continua ad essere più elevato tra i più giovani (18-34 anni) e tra chi vive nei grandi centri e al Nord; in particolare, il Nord-est ha l’indice di fiducia più elevato in Italia, arrivando a un valore di 60 su 100.

Alle preoccupazioni legate alla crisi si sommano quelle dervivanti dalla situazione politica internazionale:  la paura che scoppino nuovi conflitti su scala internazionale è salita al 45%. In questa prospettiva di incertezza, si preferisce rimanere in Italia: così dicono 3 persone su 4. E a pensarla così è soprattutto la clientela più matura (il 77 per cento per chi ha più di 55 anni), mostrando una propensione maggiore alle destinazioni di corto raggio. In controtendenza sono le (mini) vacanze enogastronomiche: un italiano su tre pensa per il prossimo autunno a una vacanza di questo genere. Reggono anche le città d’arte italiane: la visita è trainata dalla voglia di visitare musei, monumenti o mostre, un desiderio espresso da oltre un italiano.