Una mosca bianca. Nel panorama del tour operating italiano Veratour, con i suoi 25 anni di bilanci in positivo, si prefigura come se fosse il protagonista di una Sfida impossibile, tanto per parafrasare una fortunata pubblicità televisiva o, visto la portata del risultato una vera e propria Mission Impossibile. E la domanda sorge quindi spontanea, “Ma come fate?”, soprattutto in un momento dove sono tanti i tour operator a soffrire (e a chiudere). Noi di WBM lo abbiamo chiesto al protagonista di questa Mission (im)possible, ovvero al direttore generale del to romano Stefano Pompili.
Pompili: “Noi abbiamo semplicemente adottato la Ricetta della Nonna. Una proposta chiara, seria, senza mai far un passo più lungo della gamba. E questo esser sempre noi stessi ci ha premiato. Quest’anno raggiungiamo i 200 milioni di euro di fatturato, il nostro record, ma quello che guardiamo però è l’ultima cifra in fondo a destra, ovvero i margini. E posso dire che abbiamo anche un +10% di Ebit rispetto al 2013”.
D. Non per ripetermi, ma Come fate veramente? Ci spiega meglio la semplice Ricetta della nonna?
Pompili:“Partiamo dai dipendenti, per molti un costo. Per noi una risorsa visto che le 140 persone che abbiamo in sede hanno alti livelli di produttività. E poi naturalmente la cura del prodotto; noi siamo l’emblema del villaggio italiano nel mondo, che vendiamo al 70% a 60 giorni dalla partenza, con servizi che ci portano ad avere un’alta fidelizzazione dei clienti , ovvero il 38% degli stessi ritorna a viaggiare con noi nei 12 mesi. Il tutto ci ha portato ad avere 160 mila fans su Facebook. Che, inoltre, interagiscono molto con noi”.
D. Una fidelizzazione che parte però dalla Rete distributiva, che per voi è 100% agenzie di viaggio.
Pompili: “Sì, questo fa parte della nostra Ricetta della Nonna. Ribadisco che vendiamo il 100% dei nostri viaggi in circa 4 mila adv, di cui 700 sono Verastore, che fanno il 44% del totale del volume d’affari. Una Rete che curiamo, con ben 25 promotori sul territorio che gestiscono ciascuno circa 160 agenzie”.
D. Ricetta che naturalmente parte dal prodotto. I vostri villaggi innanzitutto, ma non solo.
Pompili: “Devo sottolineare che circa il 90% del nostro fatturato arriva dai villaggi. Che si arricchiranno per l’estate di importanti novità. Di cui però al momento non posso dire nulla. Villaggi che hanno visto un ottimo exploit della Tunisia, a più 19% anno su anno, e di quelli mediterranei, dalla Spagna all’Italia, che ci hanno riequilibrato i problemi avuti sul Mar Rosso. Accanto ai nostri classici villaggi abbiamo però lanciato nuovi prodotti, quali gli Atmosfera resort, situati principalmente nell’Oceano Indiano, con animazione soft, gli Over 18, solo per adulti, e la linea di prodotto Veraresort, una selezione di strutture internazionali 4 o 5 stelle in esclusiva per il mercato italiano, caratterizzate da un tocco di italianità e controllo diretto degli standard che ci hanno fatto crescere l’utilizzo da parta nostra della linea, ad oggi al 5/6% dei nostri voli totali”
D. Operatore villaggista che, malgrado la difficile situazione del settore (vedi Il Crepuscolo dei Charter), continua a utilizzate massicciamente i voli Ict.
Pompili: “Noi sosteniamo il settore charter così come loro han sempre fatto con noi. Lavoriamo con i principali operatori, tra cui Neos, Meridiana e Blu Panorama, che stanno affinando sempre di più anche il loro servizio.
D. Villaggio+charter a molti suona arcaico, ma su questa ricetta voi continuate a fare soldi. Senza offendere la “nonna”, non pensate per crescere ulteriormente sbarcando sul btoc, magari sul web, o all’estero?
Pompili: “E’ vero che noi ci basiamo molto sul Made in Italy ma vendere all’estero ci snaturerebbe. Così come il web che utilizziamo ma per i nostri clienti e per le nostre adv. Noi continuiamo a crescere nel solco della tradizione, conservando gelosamente la forza del nostro brand”. Che si scrive Veratour ma si legge Ricetta della Nonna. Perché, anche nel business, spesso, la semplicità paga. Veratour docet.