Muse, il museo dei record

Il Muse di Trento

In 16 mesi di attività (dal luglio 2013 al novembre 2014) il Muse, Museo delle Scienze di Trento, ha registrato 702.685 ingressi. Alla luce del trend in crescita, la previsione è di festeggiare i due anni di vita raggiungendo quota 1 milione. Progettato da Renzo Piano e concepito, allestito e curato con lo scopo di “interpretare la natura con gli occhi, gli strumenti e le domande della ricerca scientifica, invitando alla curiosità scientifica e al piacere della conoscenza per dare valore alla scienza, all’innovazione, alla sostenibilità”, il museo di Trento si colloca tra i primi 10 in Italia. Ancora, la gemma di Renzo Piano è il primo tra i musei scientifici e l’unico situato in una città con meno di 120.000 abitanti. Ma nel 2003, ai tempi dello studio di fattibilità, l’aggettivo “impossibile” è stato quello più spesso speso al suo riguardo.

A fronte di un finanziamento annuale dalla Provincia di Trento di 6,5 milioni di euro, il Muse dalla sua apertura ha generato sul territorio un impatto economico nel territorio provinciale di oltre 50 milioni di euro. E si tratta di una stima decisamente prudenziale: secondo alcuni, infatti, la cifra corretta è di 80 milioni. Insomma, un finanziamento che non ha niente a che vedere con un sussidio, ma che si rivela un investimento super-redditizio. Ma il successo non è un frutto del caso, come dimostra la strategia di pricing del museo. Qualche numero per caprila: l’ingresso intero costa 9 euro, il ridotto 7, una famiglia di due genitori con bambini di massimo 14 anni spende 18, un genitore con bambini di massimo 14 anni solo 9. Troppo poco per sopravvivere, verrebbe da pensare. Invece, le entrate proprie del Muse, su un budget di 11 milioni annui, superano il 40% del totale, una percentuale che in Italia viene raggiunta da meno di 10 dei 6.350 musei esistenti. Insomma, una storia virtuosa rara in Italia (Paese maglia nera Ue per l’apertura di nuovi musei), ma sulla quale bisognerebbe riflettere. Perché non è detto che la cultura non si riveli un buon affare, ma… bisogna saperlo fare.