New York, Airbnb e Uber nell’occhio della magistratura

Gli attori dell’economia digitale sotto l’occhio della magistratura: succede a New York, dove il magistrato Eric Schneiderman, attorney general dello Stato, denuncia la tendenza delle e-company di operare al di sopra (o ai margini) della legge, a cominciare dalla politica fiscale. L’attacco arriva direttamente dalle colonne del New York Times, con un articolo ripreso da La Repubblica. Tra i casi di cui si sta occupando il procuratore c’è anche Airbnb, la società che permette a privati di “affittare” occasionalmente la propria casa, o solo una stanza, ai turisti. Un business stratosferico, dato che oggi la società viene valutata 10 miliardi di dollari e opera in 192 paesi. Ma gli onori portano oneri e lo Stato di New York intende far sì che si applichino agli utenti di Aibnb gli stessi diritti dei clienti d’albergo, ad esempio per quanto riguarda le norme antincendio, nonché  il rispetto della privacy dei vicini. Altra questione dolente, la tassa di soggiorno, dalla quale – al momento – sono esentati i clienti di Airbnb. Mentre la società di scambio casa protesta, la magistratura va avanti: nel frattempo, dal sito di Airbnb sono “spariti” 2.000 affitta-camere di New York. Alcuni di questi, pare, erano albergatori di professione che avevano trovato un eccellente escamotage fiscale. Schneiderman si sta occupando anche di un altro caso eclatante nella grande Mela: si tratta di Uber, un servizio taxi alternativo che connette chi cerca un passaggio e chi può darlo.