Onefinestay, l’home sharing di case di lusso del gruppo Accor, sta ampliando il proprio numero di strutture in vista dell’arrivo del concorrente più temibile: Airbnb che ha iniziato a testare un servizio per offrire case vacanza di alto profilo, Airbnb Lux.

Per questo il gruppo Accor sta correndo ai ripari con delle acquisizioni che aumenteranno l’assortimento di Onefinestay: una settimana fa è stata annunciata l’acquisizione completa di Squarebreak, startup francese di cui già controllava il 49% mentre a Febbraio scorso aveva rilevato la società statunitense Travel keys, broker di ville di lusso. Entrambe le società, riporta il Financial Times, starebbero per finire sotto il cappello di Onefinestay per creare un unico player da 10mila strutture di lusso in tutto il mondo.

Proseguono intanto i piani di espansione italiana della società che, dalla sede di Roma guarda con interesse ad alcune città del nord Italia, come ci raccontava ad aprile scorso Federico Oneto, all’epoca country manager Italia della società. E difatti sul portale sono state da pochi giorni pubblicate le prime case vacanza su Milano. L’interesse è ovviamente verso le città che hanno più turismo di alta gamma: per questo le prossime tappe potrebbero essere Firenze o Venezia.

Insomma, Onefinestay è in Italia per restare, e lo fa anche contrapponendosi ad Airbnb sulla questione della cedolare secca: al contrario del colosso californiano, infatti, la società del gruppo Accor ha deciso di uniformarsi alla legge italiana e di versare il 21% di ritenuta.

“Ci stiamo adeguando al recente cambiamento normativo in materia di affitti brevi e verseremo le ritenute del 21% sull’ammontare delle locazioni” – ha infatti spiegato Keyvan Nilforoushan, Deputy CEO di onefinestay – In questi giorni stiamo fornendo ai nostri proprietari di casa tutte le informazioni tecniche per gestire al meglio gli adempimenti con il Fisco. Questo servizio di consulenza riflette il nostro approccio verso i proprietari di casa: occuparci dell’intera gestione del soggiorno”.