Turismo, dati in crescita nel mondo ma non in Italia

Il turismo cresce in ogni angolo del mondo, al ritmo – decisamente sostenuto – del 5,4%. E anche in Europa le cose sembrano andare bene, con un tasso di incremento, solo nel 2013, del 5%, per un totale di circa un miliardo di arrivi internazionali. Insomma, sembra che la morsa della crisi abbia finalmente allentato la presa. Purtroppo, però, questi numeri non valgono per l’Italia. Anzi: il Belpaese perde colpi, e parecchi. I dati Istat dei primi dieci mesi del 2013 evidenziano un calo del 4,3% degli arrivi e del 4,4 delle presenze. Tuttavia, ci sono anche dati più confortanti: negli ultimi sei anni, le presenze straniere sono cresciute nel complesso del 12%. E anche nel 2013, anno non certo ottimo per l’industria turistica nostrana, gli arrivi dall’estero hanno sorpassato il movimento interno. Nei primi dieci mesi i primi hanno contribuito al 50,4% sugli arrivi e al 50,1% sulle presenze totali. Però non si può abbassare la guardia. Oltre alla competizione sempre più serrata dei Paesi emergenti, l’Italia ha tutta una serie di problematiche che incidono sulle sue performance turistiche. Il grido di allarme arriva da Nomisma, l’istituto di ricerca che ha elaborato i dati Istat relativi al turismo: la nostra nazione non punta sul turismo in maniera congiunta e vi è una forte frammentazione della promozione all’estero. «Bisognerebbe promuovere su scala globale un univoco brand Italia, che è molto forte nelle componenti storico-architettonica ed enogastronomica». Altro problema sono le strutture ricettive, che purtroppo scrive Nomisma, «presentano elementi di inadeguatezza sotto il profilo qualitativo». «Il miglioramento del sistema ricettivo – avverte Nomisma – dovrebbe essere accompagnato da una più attenta qualificazione delle risorse umane rispetto a quanto avvenuto in passato».