La bellezza da sola non basta più ad attirare i visitatori. I viaggiatori sono alla ricerca di innovazione, sostenibilità e sicurezza. A dirlo è l’ultima ricerca su “Turismo & Salubrità” di Giaccardi & Associati, lo studio di consulenza e data analysis specializzato in turismo, che nei mesi dell’emergenza pandemica ha indagato tendenze e modalità dei flussi, mettendo in luce le criticità e le best practice a livello nazionale e internazionale. La domanda di turismo sta cambiando – sottolinea il report – e nel nuovo assetto l’Italia rischia di trovarsi impreparata, mentre la pandemia ha portato il 30% degli hotel del nostro Paese a restare chiusi e lasciato senza lavoro oltre 400 mila addetti.
“La bellezza, che ha caratterizzato l’offerta di vacanza nel nostro Paese, non è più sufficiente. I viaggiatori desiderano sentirsi sicuri prima di arrivare a destinazione, sono attenti alla sostenibilità sia ambientale, sia sociale rispetto alle comunità che li accolgono, sognano la vacanza come felicità e rigenerazione. Per questo è indispensabile ripensare il paradigma di offerta”, ha spiegato il coordinatore dello studio, Beppe Giaccardi.
La nuova ricerca individua in particolare cinque nuovi pilastri ispirati al concetto di antifragilità. I cinque pilastri sono la consapevolezza dei rischi e delle precauzioni, la conoscenza delle nuove sensibilità ed esigenze della domanda, il green e il digitale integrati, la sostenibilità come pratica centrale dell’economia del turismo e il bisogno di socialità come nuova risorsa.
Secondo i risultati dello studio, gli operatori turistici che vogliono farsi trovare pronti per soddisfare questa voglia di partire dovranno basare la programmazione e la promozione sull’integrazione del “fattore bellezza”, da sempre elemento fondamentale dell’attrazione dell’Italia, con fattori quali sostenibilità, sicurezza e reputazione.
Le città europee già pronte a ripartire, conclude l’analisi, sono Amsterdam, Berlino, Mannheim, Oslo, Parigi, San Sebastian e Vienna. Sono città dove il turismo è percepito come economia strategica ma la sostenibilità è al centro di questa visione.
Al contrario, l’esame di 14 località italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia) ha evidenziato le carenze nella programmazione del nostro Paese. Il turismo non appare come economia strategica, salvo che in 4 casi su 14 (Catania, Genova, Venezia e Firenze), la sostenibilità non è al centro della visione e in 3 casi non viene dichiarata nessuna visione, la ricerca di mobilità sostenibile è individuata come priorità, ma con piani allo stato inziale, salvo i casi di Milano, Firenze e Bologna e non c’è alcuna policy dichiarata su energia da fonti non fossili, trasporto pubblico da energia non fossile e riduzione o eliminazione del traffico privato dai centri urbani. Anche l’ampia dotazione di strutture sanitarie non è integrata e soprattutto non viene comunicata nei portali di destinazione. Quanto al bisogno di socialità, tutte le città metropolitane adottano pratiche partecipative ma la metà (7 su 14) non ha sviluppato progetti o pratiche di socialità.