Turismo italiano in crescita, ma si può fare molto di più

Mantova
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Luci e ombre sul turismo italiano. La bella novella: il turismo internazionale ha registrato, nel 2015, un +4,4%: cinque volte e mezza più del Pil italiano (+0,8). La brutta notizia: l’Italia resta sotto la media Ue e mediterranea. Lo rivela il nuovo rapporto dell’Unwto (United Nations World Tourism Organization), commentato da Gian Antonio Stella in un bell’articolo sul Corriere della Sera.

Il dossier Unwto evidenzia che nel 2015, con l’Africa in difficoltà (-3,3% a causa probabilmente dei timori per la sicurezza sulle spiagge della Tunisia, del Mar Rosso, del Kenya…), gli arrivi di turisti internazionali sono passati da un miliardo e 134 milioni a uno e 186: 52 milioni in più. Con una crescita del 4,7% in Europa (7,3% nei Paesi del Nord, 5% nell’area mediterranea), del 5,6% in Asia, del 5,9% in America. Ancora più impressionante il confronto sui dati del 1990: quelli che potevano permettersi di andare in vacanza all’estero erano 435 milioni. In soli 15 anni, il 172% in più. Eppure, l’Italia rischia di perdere posizioni. Nel 2015 siamo rimasti al quinto posto con 50,7 milioni di arrivi internazionali dietro la Francia (84,5), gli Stati Uniti (77,5), la Spagna (68,2) e la Cina (56,9). Per quanto riguarda gli incassi, siamo al settimo posto dietro la Gran Bretagna e dietro la Thailandia.

I numeri li dà il “Rapporto sul turismo italiano 2016” del Cnr coordinato da Emilio Becheri e Giulio Maggiore: “In 10 anni, dal 2004 al 2014, l’Italia, essenzialmente a causa dell’andamento del suo turismo interno, ha aumentato le proprie presenze complessive (straniere e nazionali) del 9,3%, un valore nettamente inferiore rispetto a quello dell’Unione Europea (oltre il 20%), inferiore a molte zone tradizionalmente poco vocate al turismo ma emergenti quali la Scandinavia (es. Svezia +22,5% e Finlandia +19%, e fuori dall’EU la Norvegia +21,1% e l’Islanda che in 10 anni ha più che raddoppiato le proprie presenze turistiche) e soprattutto le repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania, rispettivamente, +54,6%, + 101,3% e + 198,2%), ma anche inferiore a quello di Paesi comparabili e dal turismo consolidato come quelli dell’area mediterranea, Spagna (+17,3%), Portogallo (+31,8% ), Grecia (+81,0%)”. Tre Paesi in difficoltà domestiche quanto l’Italia. Dice ancora il rapporto: “la stagnazione del turismo in Italia è tutta da attribuirsi alla domanda interna che ha sofferto maggiormente rispetto a quella di altri Paesi, quali Francia ed anche Spagna”. Eppure, il World Economic Forum, con il TTC Index del 2015, “ha riconosciuto al nostro Paese il primato mondiale sulla dotazione del patrimonio storico-culturale e l’eccellenza sul turismo naturalistico, secondo nel ranking”. Come dire, si può fare molto di più.