Una Hotels, in Italia serve un “polo aggregatore del mercato alberghiero”

Elena David
Elena David

In Italia manca una catena alberghiera, o un polo di catene, in grado di fare “massa critica” e poter competere a livello internazionale con la forza ricettiva delle altre grandi nazioni del turismo. Parola di Elena David, amministratore delegato di Una Hotels & Resorts, che in un’intervista a La Stampa parla a 360 gradi della sua compagnia e del panorama dell’ospitalità made in Italy. Nonostante le difficoltà degli ultimi anni – Una Hotels ora è controllata dalle banche – la catena ha chiuso il 2013 con un fatturato di 64,5 milioni (+4,1%) di cui 49 milioni di puro fatturato camere (+4,9%) con un ricavo per camera disponibile pari a 70,38 euro (+5,3%) nettamente sopra la media di mercato che per i 4 stelle nel 2013 è di 60,29 euro. Risultati completati da un Ebitda di 17 milioni, in crescita del 18,2% e con un incidenza del 26,5% sul fatturato. Obiettivo, ora, è di fare da polo aggregatore nel mercato alberghiero italiano composto da 34mila aziende di media dimensione (33 camere) con meno di 3mila catene e molte strutture familiari. Ma, per farlo, dice David, “l’Italia ha bisogno di un ministero del Turismo non subordinato e con un peso specifico tale da poter dettare l’agenda in modo trasversale”, così come sarebbe auspicabile la messa on line “Di un sito del booking italiano, modello Yoox, per vendere con più forza contrattuale, senza essere fagocitati dai grandi monopolisti stranieri che incassano golose percentuali”.Intanto, nonostante i rumors che parlano di investitori stranieri interessati al gruppo, Una Hotels continua il suo sviluppo. “Una Hotels ha scelto di crescere non solo tramite acquisizioni ma mettendo in atto un programma easy di contratti di management e franchising, uniti a contratti di affitto d’azienda e gestione, con l’obiettivo di creare un polo alberghiero italiano da Nord a Sud. La volontà di fare da polo aggregatore è sempre stata la mission di Una, unitamente al fatto di rappresentare l’ospitalità made in Italy, o bed in Italy, come l’abbiamo chiamata nel nostro claim” dice David.