Venezia, la città è un hotel. Addio ai palazzi storici

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Venezia hotel, ovvero l’inarrestabile conversione dei palazzi storici della città in strutture ricettive. È la sintesi di Vittorio Gregotti, grande architetto che ha vissuto a lungo in città, di fronte ai dati testimoniati anche dall’Annuario del turismo 2015, che evidenziano la continua crescita dell’offerta ricettiva di Venezia, che sempre più avviene “a spese” degli edifici pubblici. È il caso del cinquecentesco Palazzo Papadopoli, sede del Provveditorato agli Studi e del Cnr, da poco tasformato nell’Aman Hotel. E di Palazzo San Cassiano, lasciato dal Tribunale e diventato hotel l’Orologio a Rialto. E ancora del seicentesco palazzo che ha ospitato a lungo il Tar del Veneto e che è diventato ora l’Hotel ai Reali, in Campo alla Fava, e a breve di Ca’ Nani Mocenigo, già sede dell’Università ca’ Foscari, per cui sono iniziati i lavori di trasformazione alberghiera.

In base ai dati raccolti dall’Annuario del Turismo 2015, appena presentato in Comune, alla fine del 2015 in città erano presenti più di 400 alberghi, per oltre 30.000 posti letto, con un aumento di 500 posti nel solo anno passato. Come fa notare la Nuova Venezia, a queste cifre vanno aggiunte quelle delle strutture extra-alberghiere, con altri 20.500 posti (+1.200 solo nello scorso anno), e tanto nero.