“Missione compiuta! Ora posso lasciare Alitalia”. In una intervista al Sole 24 Ore l’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio conferma la sua volontà di lasciare il vettore tricolore, “in buone mani, ovvero in quelle di Etihad, un socio industriale di altissimo livello, una compagine societaria stabile e una struttura di governance che consentirà di gestire la compagnia in modo rapido ed efficace”.
Di nomi per la sua sostituzione, che dovrebbe avvenire a ottobre, non ne girano molti e l’idea e di trovarlo al di fuori del settore, come successe con lo stesso Del Torchio, o all’estero. Del Torchio nel corso dell’intervista annuncia di “aver deciso di rinunciare al mio bonus, per ragioni di opportunità e sensibilità sociale: quando si devono licenziare 2.000 persone, il minimo che un manager deve fare è rinunciare ai premi” e sottolinea il fattivo sostegno ricevuto da esecutivo e banche per arrivare alla firma con Etihad: “Il governo ha creato le condizioni politiche per un’alleanza di sviluppo e il suo intervento non aveva lo scopo di salvare questo o quell’azionista, né di creare altri carrozzoni. Ed è bene ricordare che a pagare sono state in grande misura le banche”, in particolare Intesa SanPaolo e Unicredit, che “non ci hanno mai fatto mancare le risorse” e che “usciranno quando potranno valorizzare bene la propria quota”. Di un ritorno in Borsa invece non se ne parla proprio: “non credo sia nelle intenzioni di Etihad”.
Infine Del Torchio sconfessa tutti coloro che hanno visto nell’intervento di Poste Italiane un intervento statale mascherato: “chi sostiene che abbia fatto un investimento finanziario sbaglia di grosso. Con loro abbiamo già avviato una fortissima collaborazione attraverso la Mistral e firmato 15 contratti di collaborazione operativa sulle merci e sull’IT. La stessa Etihad è molto interessata a sviluppare collaborazioni industriali con le Poste sulle attività di logistica”.