Sicilia, il caro voli mette in crisi il turismo

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Nei periodi più affollati dell'inverno, per i collegamenti nazionali sulla Sicilia si spendono anche 300-400 euro

In Sicilia il caro voli mette in crisi il turismo. Volare in Sicilia è proibitivo, ma è anche l’unica alternativa, perché i treni ad alta velocità si fermano nel sud della penisola. Per fare un esempio un volo con partenza da Milano verso Palermo o Catania nel fine settimana del 18-19 dicembre e rientro lunedì 4 gennaio costa 400-500 con Alitalia. Con Ryanair da Torino o Bologna per Palermo più di 250 euro, e sempre con Ryanair da Pisa o Milano 200 euro. Per non parlare delle tariffe ‘fuori dalla concorrenza’ applicate sulla tratta Catania-Bologna di cui la compagnia è monopolista.

Come riporta una notiza de la Repubblica, il caroprezzi e la diminuzione delle tratte in bassa stagione oltre a non agevolare il ritorno a casa dei residenti, per i quali non esiste il regime di tariffe agevolate, ostacola anche il turismo. La differenza tra domanda e offerta di voli è confermata anche dagli operatori turistici. “Nei periodi più affollati i voli sono insufficienti e si spendono fino a 300-400 euro, o anche di più nelle tratte internazionali”, spiega Marcello Santoro dell’agenzia di viaggi Panormus, che per raggungere l’isola per Natale consigliava di prenotare il volo già a settembre. Ma spesso anche decidere con largo anticipo non basta, perché i prezzi da e per la Sicilia rimangono alti.