L’area mediorientale assiste alla scalata dell’Iran e in particolare di Teheran, che punta a diventare il quarto hub, dopo Dubai, Abu Dhabi e Doha. Con il rientro nei mercati internazionali dopo l’attuazione del Piano d’azione globale congiunto (Jpcoa), che ha reso operativo l’accordo sul nucleare iraniano e la graduale conseguente cancellazione delle sanzioni economiche, l’Iran inizia a mettere la firma sui primi accordi per il rinnovo della flotta aerea e delle infrastrutture aeroportuali. Prevedibili le ripercussioni sul quadro del trasporto aereo nella regione, a oggi dominato dalle compagnie del Golfo Emirates, Qatar Airways e Saudi Arabian Airlines, che guardano con attenzione le mosse di Teheran.
Gli analisti più scettici sono convinti che per poter entrare in reale concorrenza con i rivali del Golfo Teheran impiegherà almeno 10 anni. Ma non si può certo dire che l’Iran stia perdendo tempo. Nel quadro della visita in Europa del presidente Rouhani, avvenuta dal 25 al 29 gennaio, infatti ha già sottoscritto accordi con Airbus e Atr per 138 aeromobili per un valore complessivo di 27 miliardi, fra cui vettori a lunga percorrenza come 12 Airbus A380s, gli aerei più grandi del mondo. E a ciò si aggiunge l’acquisto di altri 20 velivoli a breve e media percorrenza (con una opzione per altri 20) acquistati dall’italo-francese Atr. Come ricorda una notizia di Agenzia Nova oltre al rinnovo della flotta Teheran ha poi sottoscritto accordi con aziende europee per l’espansione delle infrastrutture aeroportuali, come ad esempio il consorzio Aéroports de Paris et Bouygues, incaricato della costruzione di un secondo terminal presso l’Aeroporto internazionale Imam Khomeini di Teheran, o Vinci Airports, che si occuperà di realizzare un nuovo terminal per il 2° aeroporto nazionale, quello di Shahid Hashemi Nejad, a Mashhad, nel nord-est del Paese