A meno di un anno dal tragico terremoto che l’ha colpito, il Nepal partecipa alla #Bit2016 per rassicurare turisti e operatori sul ritorno alla normalità. E, soprattutto, per invitarli a visitare il Paese, perché “ogni dollaro speso in Nepal, ogni incontro con il nostro popolo è un aiuto e un sostegno per la ripresa”, come ha detto Paolo Nugari, rappresentante del Nepal Tourism Board in Italia. Il turismo è infatti una voce importante e il mercato italiano risulta in crescita, anche se con dati ovviamente precedenti al terremoto. L’ultima statistica disponibile è infatti del 2014 e conta 10.374 arrivi, in crescita dall’anno precedente.
Per quanto riguarda il settore in generale, il turismo concorre al bilancio dello Stato con il 4,3% e 500 mila posti di lavoro. Anche se in seguito al terremoto di aprile è stata rimandata la scadenza per il raggiungimento dell’obiettivo di 1 milioni di visitatori, il Paese continua a credere nel target fissato per il 2020: 2 milioni di passeggeri, soprattutto grazie all’apertura nel 2018 del secondo aeroporto internazionale, 180 km a sud della capitale. Ma in che condizioni si trova oggi il Paese? Dati alla mano, la situazione almeno per i turisti è decisamente rassicurante: Tutti i sentieri di trekking sono già agibili, così come alberghi, ristoranti e i quartieri caratteristici di shopping per turisti. Solo 1 dei 6 siti Unesco della valle di Kathmandu ha subito sostanziali danni, per tutti gli altri si tratta di impatti marginali che non compromettono la fruibilità dei luoghi.
Le previsioni sono di un rapido recupero del turismo d’avventura, budget e trekking. Più complesso forse il percorso del turismo di alta fascia, che ha bisogno di un’attenzione e un impegno maggiori allo scopo di modificare la percezione di un possibile rischio.
Tra le inziative intraprese per costruire la fiducia dei viaggiatori, è stata ideata campagna online che al sito www.nepalnow.org mostra immagini del Paese attraverso foto e raconti di visitatori pubblicati in tempo reale.
