Scozia indipendente: cosa cambierà per il travel?

Il Saltire è la bandiera nazionale della Scozia e rappresenta la crocifissione del patrono del paese, sant'Andrea.

Siamo al testa a testa. Che ha già preoccupato le Borse mondiali. Soprattutto quella inglese. Stiamo parlando del referendum sull’indipendenza della Scozia, previsto per il prossimo 18 settembre. E che sta preoccupando più d’uno a Londra (e non solo), soprattutto per le riserve petrolifere del Mar del Nord, che resterebbero all’85% scozzesi in caso di indipendenza, e alla politica monetario-finanziaria del “nuovo” stato indipendente, che vedrebbe, secondo diverse analisi, capitali in fuga, stipendi in calo e il dubbio su quale moneta adottare. Ma per il turismo un’eventuale indipendenza scozzese cosa comporterebbe?  Già la promozione è autonoma, con VisitScotland, anche se continua a collaborare con VisitBritain, come in Italia, ma per voli e viaggiatori che succederebbe? Sicuramente non ci sarebbe un nuovo Vallo di Adriano, per tener lontano dalle pianure inglese i caledoni o i pitti, come ha sottolineato lo Scottish National party, il partito al momento al potere in Scozia e pro-indipendenza, che ha affermato come “la nuova Scozia indipendente non uscirà dalla Common Travel Area, che permette ai cittadini del Regno Unito ma anche della Repubblica d’Irlanda, dell’Isle of Man e delle isole del canale di muoversi liberamente su tutto il territorio delle isole britanniche”. Quindi non cambierà nulla per i viaggiatori europei, visto che la Nuova Scozia Indipendente non entrerebbe nel trattato di Schengen, e che quindi rimarrà un controllo doganale ai porti o aeroporti di tutti gli stati delle isole britanniche, per poi al l’interno potersi muovere liberamente. Anche se Ed Miliband, a capo del Partito laburista, ha paventato l’intenzione di ripristinare la frontiera con la Scozia in caso di indipendenza.

Tra i pochi che vedono invece opportunità da una Scozia Indipendente, c’è Willie Walsh, ceo dello Iag group, società che controlla British Airways e Iberia, perché auspica “un minor carico impositivo da questa nuova Scozia”, come hanno affermato i partitari del sì all’indipendenza, “contro le pesanti imposizioni fiscali al momento esistenti sul mondo dell’aviazione in Gran Bretagna”.