Storie di ordinaria mala-burocrazia in Italia. Ma, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, almeno non di ordinarie mazzette e corruzione. “Non ci hanno mai chiesto soldi” dice la manager inglese Alison Deighton, moglie del sottosegretario al Tesoro britannico, al giornalista Michele Farina de Il Corriere della Sera, raccontando la storia di Oasi Sarparea, un progetto per un ecoresort in Puglia da 70 milioni di euro che non vedrà la luce per “ottusità burocratica”. O, almeno, questo è quello che si evince dall’intervista, in cui, quello che fa più rabbia, si percepisce il menefreghismo di alcuni funzionari pubblici e la loro indolenza. Perché preoccupazioni per un progetto come questo a Nardò, comune dove Deighton ha individuato il terreno dove costruire, ce ne sarebbero. E, infatti, in zona ha scatenato una guerra tra fazioni: da una parte Regione Puglia e ambientalisti, dall’altra il sindaco Marcello Risi e gran parte della città, a cominciare da imprenditori e artigiani del settore edile per finire a operatori turistici e ristoratori. “Vogliono realizzare case ecocompatibili di vetro, uno scempio se inserite in questo contesto. Qui non vogliamo un turismo che diventi bolgia come a Gallipoli, qui bisogna incentivare il turismo rurale, preservare il paesaggio – afferma Massimo Vaglio, membro del Comitato tutela del paesaggio e ambientalista neretino -. Se gli investitori fossero disposti a rivedere il progetto, a recuperare la masseria, magari ampliandola, rinunciando al resort diffuso, non avremmo ragioni per opporci”. Perché il progetto, appunto, prevede la costruzione di 204 villette su un terreno da 16 ettari di uliveto spontaneo, con una masseria risalente al XVII secolo, la Sarparea de’ Pandi, con annesso centro benessere, reception, area ristoro, sala polifunzionale e servizi per il personale, per un totale di quasi 131 mila metri cubi.
Ma la moglie di Lord Paul Deighton, sottosegretario al Tesoro britannico, ex top manager della Goldman Sachs, l’uomo che ha organizzato e costruito le Olimpiadi di Londra, difende con Farina il suo progetto: “Da subito abbiamo detto che non avremmo toccato gli ulivi. Invece nella proprietà accanto alla nostra stanno costruendo un albergo. Andate a vedere dove sono finiti gli ulivi. Al loro posto ci sono le ruspe. Io non sono una speculatrice. Adoro l’Italia, adoro il Salento. Sono più interessata all’estetica che ai mattoni. A Nardò volevo solo fare qualcosa di bello da cui guadagnassero tutti”. E non è il primo investimento che la famiglia Deighton fa in Italia, perché hanno una casa in Umbria da 22 anni, a Città della Pieve, dove hanno riadattato un albergo nel centro storico da 30 stanze, con 20 persone occupate a tempo pieno e dove, dice Deighton, “abbiamo avuto l’attenzione delle autorità e della comunità”: Ora si è arrivati addirittura al Consiglio di Stato per sbloccare la situazione. Così come, forse, potrebbe aiutare anche l’intervista a Il Corriere della Sera. Insomma, siamo in Italia. Un altro episodio da La Grande Bellezza.