Se l’Egitto non collabora sul caso Regeni potrebbe entrare nella lista nera dei paesi considerati pericolosi dalla Farnesina, perciò sconsigliato “come meta per i nostri turisti e ricercatori”, avverte Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato. In un’intervista a Il Messaggero, Casini sostiene infatti che “la vicenda di Giulio dimostra proprio questo: che nessuno può sentirsi più al sicuro in Egitto”, nonostante “noi italiani – aggiunge Casini – ci sentiamo amici dell’Egitto, lo consideriamo un partner essenziale”.
Secondo Casini il regime egiziano e Al Sisi rischiano di sottovalutare la situazione, “di non capire che da quello che forse considerano un granellino può venire giù una valanga”. Per due mesi, sottolinea il presidente della Commissione Esteri, “siamo stati deliberatamente presi in giro con l’invenzione di verità di comodo presto rivelatesi improbabili, con un depistaggio perfino nei confronti dei nostri magistrati. Gli egiziani hanno sbagliato a considerare la visita a Roma poco più che una scampagnata”.
E ancora “Chiediamo che la Ue su questa vicenda sia corresponsabile con l’Italia – ribadisce Casini – gli europei devono saper riconoscere i confini da non superare. Regeni è l’Italia, e la verità su Giulio è un valore insuperabile”. Su eventuali ulteriori sanzioni, oltre all’inserimento nella black list, Casini indica anche “il blocco di nuovi accordi commerciali e economici”. E per l’Egitto sarebbe assai negativo “operare nel Mediterraneo in una condizione di freddezza con un paese come l’Italia – conclude il senatore – Tanto più se l’Unione Europea sarà compartecipe delle nostre decisioni”.