Secondo il ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini, la tassa di soggiorno basata sul numero di stelle degli hotel ormai è superata. “Serve una revisione della tassa di soggiorno che deve uscire dal riferimento alle stelle degli alberghi – ha dichiarato il ministro a un convegno di Airbnb – Ormai valgono molto di più i giudizi dei clienti sul web”. Sempre secondo Franceschini, la tassa di soggiorno andrebbe pagata insieme al conto della camera, e non in un secondo momento come avviene invece ora. “Fa bene Airbnb a farla pagare con la carta di credito subito, evitando così anche l’evasione” ha precisato.
Le dichiarazioni del ministro hanno suscitato diverse reazioni. Per Codacons il problema della tassa non risiede tanto nel sistema delle stelle degli alberghi, ma nella sua stessa esistenza. “Si tratta di un balzello odioso, che gli utenti pagano mal volentieri e che è vissuto come una ingiusta imposizione – afferma il Presidente Carlo Rienzi – In un momento in cui il turismo soffriva enormemente a causa della crisi economica si è deciso di introdurre questa tassa, che ha avuto come unico effetto quello di incrementare i costi per i viaggiatori e danneggiare il turismo. Ora che il settore dei viaggi sta lentamente riprendendo quota crediamo non abbia senso soffermarsi sul sistema delle stelle – aggiunge Rienzi – ma si debba seriamente lavorare per una sua abolizione”. Del resto la tassa di soggiorno, introdotta nel 1910, abolita nel gennaio 1989 e reintrodotta nel 2009 con il federalismo fiscale, dà facoltà alle singole amministrazioni comunali di adottare o meno l’imposta. Stelle o non stelle.