Norwegian Air prende la licenza irlandese per poter operare come vettore comuninario in regime di open sky, lanciando il low cost transatlantico, grazie anche a un nuovo ordine di quattro B787 dreamliner.
Il vettore scandinavo, la terza low cost europea dopo Ryanair ed easyJet, punta quindi forte sui voli verso gli Staes dalle capitali scandinavi, grazie a una struttura dei costi flessibile e, a detta della comunità aerea statunitense, al limite dell’illegale.
Norwegian infatti utilizza anche piloti thailandesi e assume personale di cabina con contratti firmati negli States, malgrado sia una compagnia con sede in Scandinavia e, ora, con licenza di volo a Dublino. Il trattato di Open Skies caldeggiato nel 2007 dai vettori a stelle e strisce grazie alle loro strutture di costi più agili, ora gli si rivolta un po’ contro, tanto che le potenti lobby dei trasporti di Washington sui sono mosse contro lo sbarco di Norwegian in Usa.
Norwegian ha infatti appena lanciato voli dall’Europa per Bangkok, e per New York e Fort Lauderdale, lancio che ha portato i conti del quarto quarter del vettore in rosso per 196,8 milioni di corone norvegesi, oltre 32 milioni di dollari, anche per la mancata consegna dei B787 ordinati per l’occasione.
Malgrado ciò, Norwegian chiuderà l’anno con un profitto netto di 319 milioni di corone, oltre 52 milioni di dollari, e ha appena ordinato in leasing quattro nuovi B787 per sviluppare sempre di più i voli lungo raggio, che, ad oggi, “rappresentano solo il 2% delle vendite totali del vettore” ha detto a il cfo della compagnia Frode E. Foss al New York Times. In calendario per la prossima estate collegamenti su Los Angeles, San Francisco e Orlando.