Inizia l’era dei voli a lungo raggio a prezzi ridotti: il 2017 sarà l’anno dei voli low cost intercontinentali. Grazie a un numero sempre maggiore di passeggeri (3,8 miliardi nel 2016 secondo stime Iata), aerei più efficienti, come i Boeing 787 e gli Airbus A350, e l’abbassamento del costo del kerosene, diversi vettori guardano oltre i confini continentali. E si preparano ad affrontare rotte di almeno 7.000 chilometri, valore minimo di un volo a lungo raggio. A oggi sono 11 i vettori low cost che operano tratte a lungo raggio, ma la distanza maggiore è quella operata da Eurowings (gruppo Lufthansa) su Colonia-Phuket (9.386 chilometri), seguita da Copenhagen-Los Angeles (9.024 chilometri) di Norwegian Air, che pochi mesi fa ha annunciato l’apertura delle rotte verso gli Usa. Il resto è tutto di vettori extra-europei (Jetstar Airways, Air Canada Rouge, Lion Air, Azul, Cebu Pacific, WestJet, Jin Air).
“Il mercato Europa-Nord America è quello più interessante per le low cost, seguito da quello Asia-Europa”, spiega al Corriere della Sera Brendan Sobie, specialista di Capa Centre for Aviation, società di analisi dell’aviazione commerciale. Il primo obiettivo dei vettori sarà quindi quello di stimolare la domanda, spingendo le persone a considerare l’idea di viaggiare per molte ore. Ma i prezzi? “Saranno da low cost – risponde Sobie -, quindi per ogni servizio aggiuntivo il passeggero dovrà sborsare ulteriori soldi”. Inosomma, non soltanto verso il Nord America con Norwegian Air e Wow, o esotici luoghi di vacanza in Oriente, ma anche collegamenti fissi sull’asse Asia-Europa-Stati Uniti, Hawaii comprese. Le compagnie asiatiche saranno le protagoniste sull’asse Asia-Europa, e le prime mosse arriveranno a ottobre, quando AirAsia X partirà con i voli diretti Kuala Lumpur-Mauritius e poco dopo, a novembre, flydubai (vettore ‘no frills’ degli Emirati Arabi Uniti) collegherà Dubai e Bangkok.
Scoot, controllata da Singapore Airlines, nel secondo trimestre del 2017, dovrebbe invece lanciare collegamenti diretti dalla città-Stato verso il Vecchio Continente, con Atene, Barcellona, Madrid e Roma, e poi Istanbul e Manchester, gli scali su cui potrebero atterrare progressivamente i Boeing 787 della compagnia asiatica.