Treni, svolta sulla sicurezza per le linee secondarie

treni-sicurezza
In base al decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 41 linee regionali, per un totale di 1.918 km, dovranno adeguarsi agli standard europei per la sicurezza

Svolta sulla sicurezza per i treni italiani, con l’obiettivo di non veder ripetere mai più un incidente come quello dello scorso 12 luglio sulla linea Barletta-Bari, in cui hannno perso la vita 23 persone.

In base a un decreto emesso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le ferrovie ex concesse passano sotto la vigilanza dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, allineando di fatto gli standard di tutta la rete italiana, senza distinzioni tra principali e secondarie. Come riporta Repubblica, sino ad ora l’Ansf ha vigilato solo sui 16.700 km della rete in gestione e Rfi, una delle più sicure al mondo. Le reti isolate e le ex concesse, invece, erano sotto la vigilanza del Ustif, un organismo controllato dal ministero. In base al decreto entrato in vigore pochi giorni fa, entrano sotto il controllo dell’Ansf 41 linee regionali, per un totale di 1.918 km e 15 milioni di passeggeri, che dovranno pertanto adeguarsi agli standard europei della sicurezza.

 

Per ora, restano invece sotto la competenza dell’Ustif, tutte le ferrovie a scartamento ridotto, cioè con binari di dimensioni diverse dagli standard, anche se interconnesse alla rete nazionale. L’Ustif controllerà, ad esempio, la Torino-Ceres, la Brescia-Edolo e i rami Cumana e Circumflegrea dell’Eav in Campania.

La messa in sicurezza delle linee regionali confluite sotto il controllo Ansf costerà circa 600 milioni di euro.