In Turchia il turismo in 3 mesi perde 8,3 miliardi di dollari. La crisi di un settore strategico per l’economia del Paese sul Bosforo non accenna a diminuire, e nel terzo trimestre del 2016 segna un crollo del 32,7%, pari a 8,3 miliardi di dollari in meno rispetto alle entrate registrate esattamente un’estate fa. A pubblicare i dati è l’Istituto nazionale di Statistica turco (Tuyk), secondo il quale nel 2015 il valore totale del settore era pari a 31,5 miliardi di dollari, e nel 2016 il numero di turisti entrati nel Paese è calato del 30,7%, di cui un quinto è rappresentato da turchi residenti all’estero.
Per quanto riguarda i primi 9 mesi del 2016, secondo l’Istituto il calo complessivo dei visitatori è del 31,9%, con settembre che risulta il 5° mese consecutivo in cui il crollo del numero di turisti ha superato il 30%. Nello stesso mese di settembre i più numerosi sono stati i turisti tedeschi (14,8%) e inglesi (9,2%), entrambi calati comunque di oltre al 35% rispetto al 2015. Ma il calo più importante riguarda gli arrivi dalla Russia, che registrano una percentuale con segno meno del 60%.
A due mesi e mezzo dal fallito colpo di stato avvenuto il 15 luglio scorso, e a poco più di tre dall’attentato all’aeroporto di Istanbul, è difficile per la Turchia invertire il trend negativo iniziato a novembre 2014, subito dopo l’attentato di Ankara. Naturalmente sulla tendenza ora influiscono negativamente anche le rinnovate tensioni con l’Europa sul rispetto delle minoranze e della libertà di stampa. Qualche speranza invece arriva dalla raggiunta normalizzazione dei rapporti tra Ankara e Mosca. La ripresa dei flussi turistici dalla Russia potrebbe aiutare a dare ossigeno all’intero settore.