Proprio mentre l’Abta (The Association of British Travel Agents) annuncia una lotta senza quartiere alla sharing economy e a piattaforme come Airbnb, bollata dal suo presidente Noel Josephides come pericolose per la stessa esistenza dello stato britannico, il governo di Cameron, per bocca del ministro degli affari delle imprese Matt Hancock, ha annunciato l’intenzione di adottare programmi per far crescere questo nuovo settore dell’economia anche in Gran Bretagna. L’obiettivo conclamato è quello di far nascere “uno stato di imprenditori”, iniziativa supportata da uno studio che riporta come oggi il 25% circa dei cittadini britannici fanno già parte di questo settore, con un fatturato stimato che crescerà dai 9 miliardi di sterline di oggi ai 230 miliardi entro il 2025.
Ma Josephides citando proprio Airbnb nella recente convention dell’associazione, ha sottolineato come “questa è una piattaforma che aiuta la black economy, che permette a molti soggetti di non dichiarare le proprie entrate. Potete immaginare la perdita economica per lo stato per colpa di tutte quelle persone che non pagano le tasse? Il governo sta andando così verso la sua autodistruzione. E questo molte altre istituzioni lo hanno già capito – spiega Josephides -. A New York, Airbnb è stato portato in tribunale (leggi qui) con l’accusa di far crescere il mercato grigio degli hotel illegali, che evade le tasse e fa rincarare anche il mercato degli affitti tradizionale. E questo succede anche a San Francisco, proprio dove Airbnb, fu fondato”. Una nuova crociata contro il colosso degli affitti privati Airbnb, dopo quelle di cui abbiamo già raccontato in Catalogna e a Sydney. Ricordando Saladino: vi sarà mai un vincitore?