Cresce in Italia il successo delle catene alberghiere. In base ai dati contenuti nella quinta edizione del rapporto Hotel & Chains 2017, realizzato da Horwath HTL e STR in collaborazione con Associazione Italiana Confindustria Alberghi, le camere di catena nel nostro Paese sono oggi 155 mila, con un tasso di crescita del 4,5% rispetto al 2015.
Lo studio è stato presentato oggi a Milano, nell’ambito del Master in Economia del Turismo presso l’Università Bocconi, con un focus particolare sulla progressiva trasformazione delle abitudini di viaggio: se il turista in passato cercava un alloggio solo per riposare, oggi il soggiorno in albergo rappresenta una parte importante di un’esperienza a 360 gradi.
Ecco perché, a fronte della necessità di aumentare la competitività, entrare a far parte di una catena è una scelta sempre più condivisa.
“Un fenomeno in crescita che si sviluppa in risposta alle esigenze del settore – dichiara Giorgio Palmucci, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi -. Visibilità e disintermediazione in primis, ma anche, nel rapporto col cliente, l’esigenza di garantire degli standard in un quadro in cui la classificazione tradizionale ha perso di significato e la possibilità di arrivare a diversi segmenti della domanda, con un marchio che è anche evocatore dell’esperienza che si vuole offrire al cliente. Anche il rapido diffondersi di nuovi concept o di alberghi tematici (…) risponde alle nuove esigenze della domanda che non vede più nell’hotel semplicemente un posto dove alloggiare durante le vacanze o per lavoro, ma al contrario l’ambiente ideale dove poter fare esperienze nuove e singolari, diverse da quelle di tutti i giorni, per immergersi in sensazioni ed emozioni tutt’altro che comuni”.
Per quanto riguarda il mercato italiano, la penetrazione delle catene sul nostro stock si attesta al 4,2% in termini di hotel. Secondo l’ultimo censimento Horwath HTL a livello europeo, si tratta di un dato decisamente inferiore a quello rilevato in Spagna (28%), Francia (20,8%), UK (15,7%) e Germania (14,5%). Ci sono però segnali incoraggianti per il consolidamento e la crescita di peso del settore alberghiero.
“In questi ultimi 5 anni – spiega Giorgio Ribaudo Project Manager di Horwath HTL e autore del report – abbiamo registrato un crescente peso dei player nazionali, sia in termini di dimensioni per singolo gruppo che numero di gruppi alberghieri”.
E, a differenza di quanto sin qui riscontrato, sembra che i gruppi italiani stiano crescendo anche all’estero.
“Abbiamo censito 19 gruppi italiani con hotel gestiti, in locazione o proprietà, anche all’estero – dice ancora Ribaudo – per circa 51 hotel e 5.500 camere fuori Italia”.
I ranking del nuovo censimento 2017 mettono in luce anche le dimensioni dei nuovi assetti e dei recenti processi di fusione: Marriott, dopo acquisizione Starwood, terzo gruppo in Italia con 8.890 camere (dopo Best Western e Accor); UNA-ATA, dopo fusione, quinto gruppo con 5.467 camere; Starhotels, dopo acquisizione portfolio Royal Demeures, decimo gruppo con 3.671 camere.