La legge cinese impone ai brand che vogliono fare business in Cina di utilizzare un nome cinese. A questa regola si è dovuta piegare anche Airbnb che la scorsa settimana ha annunciato un ulteriore espansione del business a Pechino e il rebranding in arrivo.
Tra 11 nomi in lizza l’ha spuntata “Aibiying” (爱彼迎) che letteralmente significa accogliersi l’un l’altro con amore. Un nome che però è stato subito oggetto di critica su Weibo, il twitter cinese, con diverse prese in giro, raccolte da questo articolo su Mashable.
Il colosso americano dovrà fare i conti con l’omologo servizio locale Tujia che conta già oltre 400mila appartamenti e servizi sviluppati internamente, dall’accoglienza degli ospiti alla gestione delle case per i proprietari. Inoltre ha dalla sua un investitore di peso: C-trip, la stessa che ha acquisito Skyscanner alcuni mesi fa.
Per essere accettata dal governo cinese Airbnb ha stretto accordi commerciali con Alibaba e Wechat e sta collaborando con molte città per la promozione turistica. Inoltre ha nel mirino l’acquisizione di un’altra diretta concorrente, Xiaozhu, altra startup di grande valutazione ma di minor successo rispetto al leader di mercato e che consentirebbe ad Airbnb di ampliare notevolmente il suo inventario fermo a circa 80mila appartamenti.