Sono stati decretati i 10 finalisti della 15a edizione del premio i Parchi più Belli d’Italia promosso dal siro ilparcopiubello.it. A fine estate saranno scelti tra questi i due vincitori nelle categorie parchi pubblici e parchi privati. Guardateli tutti nella nostra fotogallery:
Oasi Zegna
Situata in area montana nel Biellese nord-orientale, l’Oasi Zegna nasce dalla visione dell’industriale Ermenegildo Zegna che, a partire dagli Anni Trenta, realizzò un’imponente opera di valorizzazione sociale e paesaggistica delle montagne di Trivero. Con l’inserimento di imponenti masse di conifere, rododendri e ortensie, egli trasformò la montagna in un armonioso giardino: la “Panoramica Zegna” (26 km), con il punto più alto a Bielmonte (1500 m). Si segnala lungo il percorso la suggestiva Conca dei rododendri, realizzata negli anni ’50 a ridosso del Lanificio Zegna.
Villa Pallavicini
Considerato uno dei parchi romantici più originali del mondo, il parco di villa Durazzo Pallavicini, voluto dal marchese Ignazio Pallavicini, fu ideato e realizzato nel 1840 dallo scenografo Michele Canzio. Ne scaturì non solo un parco in stile romantico, ma un itinerario composto da scenografie legate una all’altra da una traccia narrativa: il Viale Classico, la Coffee House, l’Arco di Trionfo, la Casa dell’Eremita, le Grotte, il Lago Grande con la Pagoda Cinese, il Tempio di Diana, il Ponte Romano, i Giardini di Flora, il Gazebo delle Rose; il tutto in una pittoresca realizzazione paesaggistica meticolosamente composta nei suoi elementi architettonici e vegetali, e ordinata secondo un preciso percorso dai contenuti esoterici.
Villa Arconati
Il vasto e articolato complesso comprende, oltre ad aree agricole e boschive, una sontuosa “villa di delizia” che si affaccia su di un vasto parterre a prato, suddiviso in due grandi settori delimitati da carpini topiati e contornato da carpinate. Nel corso del Seicento Galeazzo Arconati fece ampliare la villa e realizzare il primo nucleo del giardino “all’italiana”, che culminava nel Teatro di Diana.
La Reggia di Colorno
Si deve al figlio di Ranuccio II Farnese, Francesco, salito al trono nel 1694, e alla regìa di Ferdinando Galli Bibiena, architetto e scenografo, la trasformazione del palazzo di Colorno in sfarzosa residenza di delizia con la “grotta magica”, varie fontane, un anfiteatro di agrumi. Un recente intervento di restauro (1998-2000) ha inteso riportare all’antico splendore questo “luogo di delizie”.
Villa La Foce
Villa La Foce e il suo straordinario giardino sono fortemente legati a Iris Origo che, con il marito marchese Antonio, decise di trasferirsi qui dopo il matrimonio negli anni Venti del secolo scorso; l’architetto paesaggista inglese Cecil Pinsent viene incaricato dei lavori che continueranno fino al 1939, ispirandosi ai giardini formali della tradizione classica italiana.
Giardino Portoghesi
Il giardino che Paolo Portoghesi, noto architetto e storico dell’architettura, ha realizzato dal 1990 con la moglie Giovanna Massobrio, si protende sullo sperone tufaceo in vista del vallone del fiume Treja e del borgo di Calcata. All’ingresso è un grande uovo, simbolo della vita e del suo rinnovamento cosmico. Gli elementi costitutivi dell’opera-giardino sono giocati con ironia, alludendo a modelli dell’architettura classica. Ricca e ricercata è la scelta degli alberi, degli arbusti, delle piante da fiore: ulivi centenari, lecci e cipressi, antichi alberi da frutto, il ginkgo biloba, l’aquilegia.
Villa Imperiale
Villa Imperiale sorge a pochi chilometri da Pesaro, immersa nel paesaggio del Parco Naturale del Colle San Bartolo. Si compone di due costruzioni differenti tra loro, collegate da un corridoio pensile: la vecchia villa quattrocentesca degli Sforza e l’ala cinquecentesca progettata dall’architetto urbinate Girolamo Genga per i duchi Della Rovere.
Villa Cimbrone
Il grande giardino-parco, in stretta relazione con le spettacolari visuali della costiera amalfitana, è realizzato a partire dal 1904 da Ernest William Beckett, poi Lord Grimthorpe, che acquista una vecchia casa trasformandola in un castelletto romantico. Un preesistente asse centrale collega l’ingresso con ilTempietto di Cerere e divide il giardino in due zone: quella a oriente aperta sul paesaggio; quella a occidente con atmosfere più ombrose.
Compendio Garibaldino
Situato all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago de La Maddalena, sorge sui terreni acquistati dall’Eroe dei Due Mondi sul finire del 1855. Qui è la casa in cui Garibaldi visse per oltre venticinque anni e qui riposa sotto un imponente masso di granito. Il giardino, l’oliveto, l’agrumeto erano parti di un’azienda agricola organizzata in modo esemplare dal Generale-agricoltore. Alcuni alberi sono da lui stesso piantumati, come il pino domestico messo a dimora nel cortile in occasione della nascita della figlia Clelia, ed il cipresso del Messico all’uscita dalla camera in cui egli morì il 2 giugno 1882.
Giardino comunale di Caltagirone
Sorto nel 1846, il giardino è ampliato da Michele Fragapane tra il 1849 e il 1850, nel 1851 G.B. Filippo Basile rimodula l’impianto esistente, con riferimento alla cultura del giardino informale. Nella sua configurazione finale risulta composto da tre parti principali: il parterre a disegno geometrico alla quota inferiore; la collina con sentieri ad andamento sinuoso e piazzale superiore con palchetto della musica di gusto moresco; la grande terrazza panoramica alberata (con balaustrata in terracotta a motivi fitomorfi degli inizi del XX secolo).
La selezione dei Parchi ha tenuto conto dell’interesse botanico e storico-artistico, dello stato di conservazione, degli aspetti connessi con la gestione e la manutenzione, dell’accessibilità e dei servizi, delle relazioni con il pubblico e della promozione turistica.