Da qui al 2020 il governo spenderà 710 milioni per il restyling degli aeroporti del Sud Italia, primo fra tutti l’aeroporto Fontanarossa di Catania. Il piano d’intervento definito con l’Enac, di cui 450 milioni provengono dalle società di gestione, riguarda un’area dalla quale partono e sbarcano ogni anno quasi 40 milioni di passeggeri, e gli investimenti finanzieranno terminal, infrastrutture di volo, reti e impianti, parcheggi e manutenzione.
“Su un monte totale di 4,2 miliardi – spiega al Mattino il viceministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini – 710 milioni andranno agli scali del Sud. Cioè dove c’è più bisogno di ammodernamenti e collegamenti”. E le priorità saranno gli scali di Catania, Lamezia e Napoli. L’intervento più costoso sarà infatti quello per il Fontarossa (215 milioni di euro), dove si costruiranno una seconda pista per gli aeromobili di medio e lungo e raggio e una stazione ferroviaria. Al sistema pugliese che ha condiviso la governance negli scali di Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie/Taranto andranno invece 109 milioni, a Olbia 95 milioni, e a Palermo, dove è stato sbloccato il piano per la terza area checkin, 75 milioni.
Al restyling di Lamezia, che comprende anche una fermata del treno, sono destinati 64 milioni, a Cagliari 50 milioni, e a Napoli 44 milioni, destinati soprattutto al collegamento tra Capodichino e il centro della città con la Linea 1 della metropolitana, ma anche all’ampliamento del terminal e delle piazzole di sosta degli aerei e delle vie di rullaggio. Infine, venti milioni saranno spesi negli scali di Trapani e Pescara, 13 in quello di Alghero. Al momento però non sono state previste risorse per gli altri scali del Mezzogiorno, come Salerno, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Pantelleria e Lampedusa.