Nei giorni scorsi avevano sorpreso i progetti per il futuro presentati da Alitalia: come può una società che sta per essere venduta e con un prestito di 600 milioni da restituire fare discorsi anche solo a medio termine? Sono scaduti infatti il 16 ottobre i termini per presentare l’offerta vincolante per l’acquisto della compagnia mentre erano in scadenza il 2 novembre i termini per restituire il prestito.

Ma il mistero è stato presto svelato: nella giornata di venerdì il decreto fiscale approvato dal governo conteneva un regalino niente male, altri 300 milioni di prestito ponte con data del rimborso prorogata e che slitta a fine settembre 2018 per tutti e 900 i milioni garantiti dallo Stato.

Questo vuol dire che saranno allungati di 6 mesi i tempi delle trattative per la vendita con possibilità di rivedere le offerte di acquisizione entro il prossimo 30 aprile. Sono sette, intanto, le offerte arrivate nella giornata del 16 ottobre: tra queste ci sono sicuramente quelle di Lufthansa e Easyjet, interessate però solo a una parte degli asset della compagnia.

Prosegue dunque la telenovela di Alitalia e fa un certo effetto vedere il confronto con Air Berlin che nel giro di 2 mesi è fallita, ha ottenuto un prestito ponte da 150 milioni, è stata venduta e ora sta restituendo il tutto prima di chiudere definitivamente le insegne.