Durante la conferenza stampa di presentazione della partnership della “nuova” Alitalia e di Etihad con l’Expo, James Hogan, ceo del vettore emiratino, ha più volte sottolineato che prima di parlare di strategie future e di sinergie con la compagnia italiana bisogna attendere l’ok dall’Ue alla loro entrata nel suo capitale (al 49%). Ma poi, quando i giornalisti di mezzo mondo presenti al lancio dei due A330 a livrea Expo, uno di Alitalia e uno di Etihad, fanno domande sul futuro del vettore tricolore Hogan non disdegna di prendere in mano il microfono e rispondere in prima persona. E ad approfondire alcuni questioni un po’ spinose. Anche scambiando qualche battuta con i giornalisti one to one.
Hogan: “Siamo fiduciosi di una risposta positiva a breve da parte dell’Ue per il nostro investimento in Alitalia, con la quale vogliamo rivitalizzare il Nord Italia, facendo leva su entrambi gli scali di Milano”
D. Ma ci spieghi come questa sarà possibile. Sia Pietro Modiano, presidente, Sea che le istituzioni locali (a questo proposito all’entrata della sala Albinoni di Malpensa dove si registravano i giornalisti per l’evento vi era il picchetto dei sindacati e del sindaco di Somma Lombarda Guido Colombo) temono un, ennesimo, tracollo per Malpensa dopo il decreto Lupi.
Hogan: Il ministro Lupi ha capito il forte appoggio che possiamo dare all’economia milanese e a quella italiana tutta. Sugli scali milanesi pensiamo di crescere a Malpensa, dove già voliamo, con tanti voli lungo raggio. Naturalmente operati da Alitalia, perché noi non abbiamo intenzione di effettuare voli transatlantici. E poi per noi Malpensa diventerà un’importante base cargo perché l’Italia per noi è al terzo posto per le merci in Europa. Linate invece si focalizzerà sui voli europei. Soprattutto verso la Germania, dove operiamo con il nostro partner Air Berlin.
D: Parlando di partner avete altre “mire” in Europa su altri vettori. Ad esempio Aer Lingus?
Hogan: “Per noi Aer Lingus è un importante partner e basta. Vogliamo invece concentraci su Alitalia, che è un brand forte con un grande fascino dello stile e del gusto italiano, che vorremo far crescere. Lavorare con gli italiani è bellissimo, anche perché in in Alitalia ci sono tante persone in gamba”. E magari qualcun altro si aggiungerà: dopo il nuovo ad Silvano Cassano che sostituirà Del Torchio, anch’egli oggi presente a Malpensa in “incognito”, come due i due papi, scherza qualcuno, arriverà l’amico Montezemolo alla poltrona di presidenza del vettore? Ma su questo nessuna risposta…
D: Nuovo presidente a parte, come farete a far crescere il brand Alitalia e, come detto da Del Torchio, farla diventare una compagnia a cinque stelle dalle tre di cui si fregia oggi?
Hogan: “Lavoreremo sul made in Italy, sulla tradizione italiana, rilanceremo il brand e la corporate identity. E lo faremo già all’inizio dell’anno prossimo. Anche con le divise delle hostess. Naturalmente sia queste che tante altre migliorie saranno sempre ispirate e realizzate da creativi e designer italiani”
D: Ma veniamo ai numeri. Confermato il breakeven nel 2017?
Hogan: “Assolutamente sì. Ci aspettiamo due anni di perdite per i nuovi investimenti e per il riposizionamento della compagnia. Ma poi raggiungeremo il terreno positivo nel corso del 2017”.
D: Siamo qui per presentare l’aeromobile Alitalia con livrea Expo. Un’ultima battuta per la manifestazione milanese. Che cosa rappresenta per voi?
Hogan: “Una grande opportunità. E siamo contenti di avere il marchio Expo 2015 sui nostri aeromobili, ma anche quello del brand Milano, molto conosciuto in tutto il mondo. Insieme ad Alitalia siamo i Globlal official carriers della manifestazione, e grazie a questo porteremo tanti asiatici, ma anche tanti americani o australiani a Milano, grazie ai tanti nostri partner”.
Partner, Alitalia, che lo porterà domani a New York, per impegni di lavoro. Intanto si riposa in centro a Milano, al Bulgari hotel. Avrebbe potuto partire subito per la Grande Mela con Emirates. Ma, come direbbero gli inglesi, non è fair. Soprattutto nei confronti del partner Alitalia. Almeno fino al pronunciamento Ue. Poi sarà una delle, tante, partecipate. Sperando che diventi il suo fiore all’occhiello. A cinque stelle.