Luca Patané crede nell’Expo. E in quello che potrà fare per il turismo italiano. Crede un po’ di meno nel governo, “questo ministro proprio non va. A quando un tecnico al dicastero del turismo?” afferma il presidente Uvet. Un Expo sul quale Patané sperava in una maggiore promozione da parte del Governo, perché lui, Patané, all’Expo ci crede. Eccome. “Abbiamo comprato 2/3mila camere al giorno per l’Expo, ovvero 1,2 milioni di notti per il periodo. Un grosso impegno finanziario per il gruppo. Anche se devo dire che le tariffe a cui le abbiamo prese non sono quelle che circolano in questi giorni. Ovviamente – afferma Patané -. Inoltre abbiamo comprato 500 mila biglietti, con altri 100 mila in opzione”.
Uno sforzo che le varie anime che compongono il gruppo Uvet hanno fatto pensando soprattutto agli Stati Uniti e ad alcuni paesi emergenti. Usa dove Patané è appena stato insieme ai vertici Expo, tra cui il commissario unico all’evento milanese Giuseppe Sala, e al governatore della Lombardia Roberto Maroni, durante il gran Gala della Niaf, la National Italian American Foundation, “coi cui abbiamo chiuso un accordo – dice Patané -. Vi sono 20 milioni di italoamericani che vorrebbero tornare o venire in Italia in occasione dell’Expo. Inoltre siamo anche partner del padiglione Usa con il nostro UvetLab, una società che abbiamo creato ad hoc per dare supporto e gestire i padiglioni dell’Expo di Milano dall’accomodation alla comunicazione, dagli eventi alla gestione del personale e, a volte, anche per la costruction stessa e per gli allestimenti. Da qui a dicembre chiuderemo una dozzina di accordi per la gestione di altrettanti padiglioni. Abbiamo creato un mestiere replicabile in altri eventi simili, facendo così nascere una nuova competenza”.
Ricerca di competenza che è un po’ un mantra del gruppo nella creazione di nuovi servizi: “proprio tre anni fa quando è uscito il progetto Expo ci siamo accorti di non avere le profonde competenze per sviluppare l’incoming, settore dove in Italia però non c’è un leader ma tante piccole realtà. Perciò abbiamo deciso di entrarci con forza – commenta il Presidente Uvet – anche per entrare nei mercati esteri. Oltre UvetLab abbiamo infatti creato Made in Uvet, che si deve occupare dei flussi generati dall’Expo, con Hospitality, come detto, ci siamo impegnati sull’alberghiero, mentre con Italy&You abbiamo messo insieme una rete di piccoli e medi operatori del settore, ad oggi 110 ma con l’obiettivo di arrivare a 200, per presidiare i territori. Saranno poi inseriti nel portale Tripitaly”. Ma se gli stati Uniti sarà il mercato primario per l’Expo made in Uvet, “voglio ricordare che abbiamo una rete agenziale in tutta italia di 1500 punti vendita, e siamo anche distributori di biglietti per l’Expo, nonché lavoriamo con altrettante aziende per le quali organizzare eventi durante la manifestazione. Stiamo infatti cercando location su Milano per questa ragione” chiosa Patané. Che arruoliamo senza indugio tra gli #expottimisti.