In occasione del World Vegan Day del 1° novembre, la giornata in cui in tutto il mondo si celebra e si promuove uno stile di vita cruelty free, Agriturismo.it ha analizzato il comparto degli agriturismi votati alla filosofia vegana.
Se l’Osservatorio annuale sul settore agrituristico aveva già evidenziato una domanda in crescita dell’8,5% su base annua, la fortuna di questa tipologia di ricettività coinvolge sempre di più anche le strutture che riservano una particolare attenzione agli ospiti che nei ristoranti non vogliono mangiare carni e derivati animali.
Complice la maggiore consapevolezza dei viaggiatori che scelgono sempre più spesso soggiorni ecosostenibili ma anche cruelty free, la richiesta da parte degli utenti di agriturismi con ristorazione vegetariana e vegana è aumentata del 15% in un solo anno.
Come spesso accade, a una domanda in crescita è corrisposta un’offerta in aumento, sinonimo di una risposta positiva del settore che si sta velocemente adeguando alle richieste del mercato. Anno su anno l’offerta di agriturismi con menu vegetariani e vegani è aumentata infatti del 10%.
E guardando alle regioni che stanno recependo più in fretta questo cambiamento si scopre che Umbria, Sicilia e Toscana, nell’ordine, sono quelle che offrono più strutture con opzioni cruelty free, catalizzando insieme il 32% dell’offerta totale presente sul portale. Seguono Lazio, Puglia ed Emilia Romagna.
«Il settore degli agriturismi è più di altri un comparto in cui gli ospiti si aspettano particolare attenzione all’origine dei prodotti che arrivano in tavola – spiega Francesco Lorenzani, CEO di Feries srl – Negli ultimi anni però rileviamo una crescente richiesta non solo di strutture totalmente ecosostenibili, ma anche di agriturismi che prestano un occhio di riguardo nell’evitare l’utilizzo di fonti animali. Questo non solo in cucina ma anche negli altri ambiti della ricettività, come ad esempio nell’utilizzo dei cosmetici e prodotti per la toilette che vengono offerti in camera».
Cambia così anche la promozione online delle strutture che, in aumento rispetto agli anni precedenti, esplicitano nella descrizione dei servizi l’adesione a uno stile di vita 100% cruelty free.