Fipe–Confcommercio: “Ristorazione volano del Made in Italy”

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Nel 2020 il turismo italiano ha visto cancellare più di 243mila posti di lavoro nel solo settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, per lo più giovani e donne. E’ il bilancio di Fipe–Confcommercio la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, che di fronte agli effetti della pandemia sul comparto si schiera senza mezzi termini dalla parte dell’esecutivo Draghi.

“Questi dati – sottolinea una nota dell’associazione – dimostrano che investire nella ristorazione, oggi, significa investire nel futuro. Il governo ha dato semaforo verde alla ripresa del turismo internazionale e per noi è uno snodo essenziale per la ripresa del sistema paese”.

Da parte sua, infatti, lo stesso ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, intervenendo al Senato alla presentazione del Rapporto sul Turismo enogastronomico in Italia 2021, è stato chiaro, puntando proprio sul food&wine come motore della ripartenza: “L’Italia aperta e l’industria italiana del turismo ha riacceso i motori e ora è pronta a ripartire. Uno dei punti di forza del paese è l’enogastronomia”, tanto che è necessario un “piano per l’enogastronomia” al quale lavorare insieme agli altri ministeri competenti, le Politiche agricole e la Cultura.

“La ristorazione di qualità – prosegue la comunicazione di Fipe – non solo è uno dei principali fattori attrattivi per i turisti stranieri che nel 2019 hanno assicurato consumi per spesa di oltre 9 miliardi, ma è anche un eccezionale veicolo di valorizzazione del nostro territorio, anche nelle zone rurali. Sono centinaia infatti gli chef, più o meno famosi, che con la loro professionalità e il loro coraggio hanno contribuito allo sviluppo economico di aree periferiche della nostra penisola. Puntare anche su di loro è il miglior modo per rafforzare un turismo slow, diffuso e sostenibile”.