L’Università di Milano Bicocca sostiene che la liberalizzazione del mercato dei trasporti ha incrementato la performance delle ferrovie italiane. L’ateneo milanese ha condotto una ricerca, dal titolo Produzione, costi e performance delle principali reti ferroviarie dell’Unione Europea, in cui è stato esaminato l’andamento di alcuni indicatori quali lunghezza dei binari, capacità di transito dei convogli, unità di traffico trasportate (passeggeri o merci) e il costo unitario negli anni 2009-2013 delle reti di Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Svezia e Italia. In termini di produttività, è la Germania a dominare la classifica, seguita a ruota dall’Italia, mentre per i costi unitari delle reti, la prima dela classe è la Svezia e l’Italia arriva terza.
“Il principale risultato dello studio è l’accertamento della buona performance di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) – spiegano Ugo Arrigo e Giacomo Di Foggia, economisti presso l’Universita di Milano Bicocca – che figura per tutti gli indicatori considerati, sia di produttività che di costo unitario, in linea o su valori migliori della media europea. Un risultato positivo e difficilmente riscontrabile fino a pochi anni fa. Esso è stato reso possibile sia dal contenimento dei costi di produzione, ottenuto dalla gestione della rete, sia dall’incremento del traffico, principalmente avvenuto nei segmenti liberalizzati del trasporto ferroviario. Ulteriori margini di miglioramento appaiono possibili soprattutto sul secondo fronte, grazie alla crescita dei livelli di traffico che il proseguimento dei processi di liberalizzazione non potrà che favorire”. Insomma, sembra proprio che l’accostamento di NTV/Italotreno a Trenitalia sull’alta velocità abbia aiutato le nostre ferrovie.