Lo shopping è una componente fondamentale di un viaggio in Italia. Almeno per i turisti asiatici, in particolare cinesi. E, anche se per effetto della crisi nei primi dieci mesi di quest’anno il mercato del Tax Free Shopping in Italia registra una crescita al di sotto delle aspettative, i turisti del Paese del Dragone hanno aumentato del 16% gli acquisti. Milano resta la città che attrae maggiormente i cinesi (34% del loro shopping totale), seguita da Roma (18%), Firenze (9%) e Venezia (7%). Ecco alcuni dei dati presentati oggi da Global Blue, azienda specializzata in servizi per lo shopping dei turisti stranieri, con un particolare focus sulle caratteristiche socio-economiche e di spesa del turismo proveniente dalla Cina.
Considerando gli arrivi di turisti cinesi in occasione di Expo – le stime parlano di circa 1 milione di persone – le indicazioni di Global Blue sono particolarmente interessanti per gli esercenti, che potranno così “tarare” al meglio la loro offerta. L’investimento in impegno, infatti, conviene: lo scontrino medio di un viaggiatore cinese a Milano è infatti di poco meno di mille euro.
“Il turista cinese che visita l’Italia dedica una parte sempre più consistente del viaggio allo shopping e questo rappresenta una grande opportunità per tutto il territorio – ha commentato Antonella Bertossi, Marketing Manager di Global Blue –. Milano presenta una forte attrattività che è in grado di intercettare l’incoming cinese, ma molto piò ancora essere fatto. Per essere più competitivi nei confronti delle altre grandi capitali europee dello shopping, occorre puntare a conoscere perfettamente la clientela cinese e promuovere il territorio e la sua offerta di alto livello alimentando la creazione di rapporti e partnership con i principali operatori turistici cinesi”.
Da Global Blue arrivano anche altre dritte: si tratta di viaggiatori che si muovono prevalentemente in gruppo (56%), giovani (prevalentemente tra i 20 e 40 anni) e con una predominanza di donne (55%): per la scelta dell’albergo in Italia si affidano all’agenzia di fiducia (il 29% dei turisti), così come per i ristoranti da prenotare durante il tour (circa il 60%).
E nei negozi? Fermo restando che i turisti cinesi sono altospendenti, in ogni caso amano poter avere accesso a sconti e offerte. In più, sono molto attenti ad altri fattori, quali la cortesia (intesa soprattutto come capacità del personale dei negozi e degli outlet di parlare cinese) e la flessibilità degli orari di apertura.