Legambiente lancia la campagna Pendolaria 2014, a sostegno dei pendolari del trasporto ferroviario locale. Per denunciare i disservizi, ha stilato una lista delle peggiori 10 linee ferroviarie italiane, selezionate sulla base di situazione oggettive e delle proteste da parte dei pendolari italiani per treni affollati, lenti, spesso in ritardo o soppressi. La classifica vede al primo posto la linea Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, seguita dalle linee Circumflegrea, Bergamo-Milano, Siracusa-Ragusa-Gela,Portogruaro-Venezia,Catanzaro Lido-Lamezia, le 14 linee tagliate in Piemonte, la Salerno-Potenza, Campobasso-Isernia-Roma, Cremona-Piacenza.
I problemi negli ultimi anni sono peggiorati anche a causa della cancellazione di alcune linee, come è accaduto in Piemonte con 14 linee tagliate negli ultimi 3 anni o per il collegamento Cremona-Piacenza, una scelta che ha portato a cambi obbligati ed in alcuni casi a tempi di percorrenza raddoppiati. Secondo Legambiente, dal 2010 a oggi complessivamente si possono stimare tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale. Il rapporto Pendolaria, che Legambiente presenterà integralmente il 18 dicembre, mette in evidenza che rispetto al 2009 le risorse investite dallo Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25%. E le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, nella maggior parte dei casi non hanno investito, ma anzi hanno tagliato lineee e servizi: fra il 2011 e il 2014, il taglio è stato del 21% in Abruzzo e del 19% in Campania e Sicilia. Ai tagli è peraltro corriposto un aumento delle tariffe: il record di aumento del costo dei biglietti è stato in Piemonte, con +47%, seguito da Liguria (++41%), Abruzzo e Umbria (+25%).
“Altro che Sblocca Italia – spiega il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – per i pendolari il servizio, in larga parte delle regioni, è andato peggiorando e continuerà a vedere tagli per la riduzione e l’incertezza delle risorse. Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o gli studenti per raggiungere scuole e università, la situazione diventa sempre più difficile a causa di treni troppo spesso vecchi, lenti e in ritardo. Autentici drammi giornalieri si vivono sulle linee della Campania, del Veneto, del Piemonte o del Lazio. Di fronte a questa vera e propria emergenza nazionale, occorre un cambio di rotta della politica. E’ vergognoso – aggiunge Zanchini – che il governo non intervenga e che gli stanziamenti erogati dalle regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,35% dei bilanci”.