Vietato andare in montagna per ritrovare la città, vietato trattare (e ci mancherebbe!) “il montanaro come un servo”. Ancora, “la montagna non è un museo e neppure un lunapark”; “la lentezza non è una rinuncia, ma una conquista”: Sono alcuni dei comandamenti di Sweet Monuntains, programma nato da un’iniziativa dell’Associazione Dislivelli in collaborazione con Slow Food e che ha appena presentato la sua prima guida. Che, in occasione dei 150 anni dalla prima scalata del Cervino, è proprio dedicata a questa valle. Altre guide seguiranno, sempre con la stessa filosofia e lo stesso scopo: favorire un turismo alpino all’insegna del rispetto, della conoscenza autentica, dell’esperienza di un mondo che non ha, e non deve avere, niente in comune con quello delle nostre concitate, inquinate e rumorose città. Insomma, no al turismo che consuma e distrugge, sì a quello sostenibile e responsabile. Un’ideale che, per fortuna, ha già molte concrete realizzazioni anche in Italia, soprattutto in Trentino Alto Adige, esempio virtuoso che si spera possa funzionare da traino per tutta la regione delle Alpi centrali e del Nordovest, che sino ad ora ha seguito un modello di sviluppo turistico completamente diverso. Sul sito si trovano le strutture alpine, in Italia e all’estero, che sposano una filosofia del turismo dolce, leggero e sostenibile.