«Credo che non ci sia nulla di più importante per la crescita del nostro Paese che investire su ciò che rende l’Italia unica nel mondo globale, in cui scompaiono le differenze, le distanze e le frontiere e in cui ogni economia nazionale deve investire sui propri punti di forza. Per l’Italia ciò significa investire sulla storia, sull’arte, sulla bellezza, su ciò che l’ha resa forte nei secoli» ha detto il Ministro per i Beni Culturali e il Turismo Dario Franceschini durante la Convention nazionale di Federcongressi&eventi appena svoltasi a Venezia. «Come sapete tutti, negli ultimi dieci anni il turismo ha vagato colpevolmente da un sistema all’altro e col governo Letta abbiamo fatto una legge per cui stabilmente il turismo fosse legato alla cultura. È un legame che in Italia è indissolubile: chi viene in Italia ci viene perché attratto anche dalla straordinarietà del nostro patrimonio artistico, legato a sua volta al paesaggio. Io sono convinto di essere stato chiamato alla guida del principale ministero economico del paese, e il Presidente del Consiglio ha indicato a sua volta questa come una priorità» ha detto ancora il Ministro. «Ora ragioneremo sull’orizzonte di quattro anni per fare un lavoro profondo e integrare i due settori anche dal punto di vista delle strutture. C’è l’esigenza di rivitalizzare le imprese, che patiscono la disintermediazione con cui oggi si prenotano i viaggi, c’è il problema di incentivare i flussi dai paesi emergenti. E dentro questo settore non c’è dubbio che il congressuale è una miniera. Ho apprezzato molto il progetto di Convention bureau nazionale fatto dai privati, perché rompe un altro tabù che non ha più ragione d’essere, che ha impedito sino a ora una giusta integrazione tra pubblico e privato».