D-Day domani per la trattativa Alitalia-Etihad. Alle 15.00 si riunisce infatti il cda della compagnia italiana nella sede dell’aeroporto di Fiumicino, consiglio di amministrazione che si troverà sul tavolo la lettera del vettore emiratino con la quale esige, per la chiusura positiva dell’accordo, una soluzione per cinque punti fermi: precise garanzie sulla riduzione del personale, per il quale si ipotizzano ben 3mila esuberi, la rinegoziazione del debito per almeno 400 milioni, e qui si attenderà la risposta delle due big banche creditrici, Unicredit e Intesa San Paolo, il riassetto del piano aeroportuale italiano con la liberalizzazione dello scalo di Linate e la riduzione degli spazi per le compagnie low cost, nonché una garanzia degli attuali azionisti sui contenziosi legali nei confronti dell’aviolinea come, ad esempio, quello della vecchia proprietà di AirOne sull’acquisto di aeromobili.
Sul tavolo, invece, il cda di Alitalia non si troveranno un tanto sperato piano B, magari proveniente d’Oltralpe, per avere almeno qualche margine di negoziazione con i coriacei arabi. L’amministratore delegato Gabriele Del Torchio è in continuo contatto con il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, con quello dei trasporti, Maurizio Lupi, e con lo stesso premier Renzi per costruire il “contesto” grazie al quale non far naufragare la trattativa. Visto che di (altri) Cavalieri bianchi in vista non ce ne sono.