Conto alla rovescia per le nuove regole sull’eCommerce. Entreranno infatti in vigore il prossimo 13 giugno le nuove regole fissate da una direttiva europea per il commercio elettronico votate lo scorso 26 marzo, per renderle universali e omogenee in tutti i Paesi e garantire maggiormente gli acquirenti. Ma che, soprattutto per il turismo online, non chiariscono del tutto gli iter da perseguire.
“Sui pacchetti viaggio non ci sono problemi in quanto sono già regolamentati specificatamente. E, neppure, con la biglietteria aerea, ferroviaria o gli autonoleggi che propongono la prenotazione e il pagamento, che equivale a una “firma” contrattuale, contestuali – afferma Roberto Liscia, il vulcanico presidente di Netcomm, il consorzio nato nel 2005 con l’obiettivo di favorire la diffusione e la crescita dell’ecommerce in Italia, da noi interpellato -. Meno chiara è l’interpretazione per quei siti in cui si prenota un servizio, ad esempio un albergo, e lo si paga sul posto. In questo caso la legge equipara la prenotazione a una vendita a distanza e esige un contratto firmato”. Per poi poter considerare finalizzata la vendita: “Perciò bisognerebbe accelerare meccanismi quali la registrazione digitale certificata o anche la firma e l’identità elettronica” aggiunge Liscia. O semplicemente si potrebbe definire “firma contrattuale” la caparra o la semplice richiesta di controllo con il meccanismo “1 dollar” dei sistemi di pagamento per assicurarsi che le carte di credito utilizzate nell’acquisto siano solvibili.
Per i prodotti si allungano invece i periodi per il reso e si accorciano quelli per i rimborsi. Sui prodotti la finestra per il reso si amplia fino a 14 giorni lavorativi, dai 10 di oggi, con altrettanti giorni a disposizione dopo la comunicazione della rinuncia per rimandare indietro il prodotto non più desiderato. Sempre 14 sono i giorni per il rimborso, contro il mese in vigore fino al 12 giugno.
Inoltre si prevede una maggior trasparenza del venditore, che dovrà render palesi i costi per la restituzione della merce che, in caso contrario, saranno a totale carico del venditore.
In Italia queste nuove regole interessano ben 16 milioni di e-Shopper di quest’anno, contro i soli 9 degli anni addietro. “La direttiva europea si pone il fine anche di creare le premesse di fiducia, trasparenza e sicurezza per permettere anche lo sviluppo del commercio elettronico transfrontaliero, e non solo quello dei singoli Paesi Ue – afferma Liscia -. L’incremento del commercio transfrontaliero potrebbe infatti portare a una crescita del Pil europeo, diventando dunque un propellente dell’economia del Vecchio Continente”.
Ovviamente vi sarà anche un inasprimento delle pene: l’e-retailer che non rispetterà le nuove regole andrà incontro a una sanzione che può oscillare da un minimo di 5 mila euro (50 mila in caso di gravi violazioni) a un massimo di 5 milioni.
Se ne parlerà durante la IX edizione dell‘eCommerce Forum, che si terrà il 20 maggio presso il Mico di Milano. Per ulteriori informazioni: www.ecommerceforum.it