Tutto sommato, qualche buona notizia c’è. Dopo anni duri per il settore, pare che le previsioni per questo 2014 lascino intravedere qualche spiraglio più roseo. Lo rivela il sondaggio condotto da TNS su un campione rappresentativo di italiani adulti, durante il mese di maggio. E, proprio a maggio, solo il 10% degli intervistati affermava che non sarebbe andato in vacanza. Ancora TNS, sulla base dei recenti dati “Eurobarometro”, rilevati per la Commissione Europea in 28 Paesi dell’Unione e di uno studio effettuato in collaborazione con LightSpeed Research, ha rilasciato alcune considerazioni sugli andamenti turistici in Europa. Le fonti ufficiali più autorevoli (UNWTO Tourism Barometer) mostrano a livello globale dati positivi per il 2013, anche oltre le aspettative. In questo scenario l’Europa è l’area di accoglienza per la maggior parte degli arrivi e non sorprende scoprire che i mercati di provenienza maggiormente in crescita siano Russia e Cina. Anche per il 2014 le prospettive sono positive. Ecco i trend principali: aumento della domanda di viaggi all’estero nei paesi in crescita; gli Europei, a fronte di una stabilità o leggera crescita economica, cercheranno di fare più viaggi, ma brevi e meno costosi; aumentano i “luxury travels”, viaggi dedicati esclusivamente allo shopping di fascia alta; la caduta dei prezzi dei trasporti andrà a favore di una maggiore tenuta dei prezzi per quanto riguarda le accommodation; sarà sempre più rilevante il ruolo di internet e dei social media. Dalla lettura complessiva dei dati, si vede che nel 2013 il 70% degli Europei ha fatto almeno un viaggio con una notte trascorsa fuori casa, registrando un calo di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Quasi un Europeo su due ha fatto almeno un viaggio della durata fino a 3 giorni, e poco più della metà, di durata compresa tra i 4 e 13 giorni. Meno del 30% ha fatto nel 2013 una vacanza di almeno 14 giorni. In termini di destinazioni, i Paesi che hanno aumentato la loro capacità attrattiva nel 2013 rispetto al 2012, considerando tutte le provenienze dai 28 Paesi UE, sono stati la Spagna, la Francia, l’Italia, la Germania e l’Austria. Un segmento particolare all’interno del settore turistico, che è in crescita ormai da oltre 20 anni a livello globale, è quello crocieristico. Un mercato in cui fino a 10 anni fa quasi il 70% dei passeggeri era nordamericano. Oggi la quota di Europei è cresciuta fino a rappresentare circa il 30% e diventa sempre più rilevante anche la quota di passeggeri provenienti dalle altre parti del mondo (circa 15% del totale).
Ma in Italia cosa succederà nella stagione estiva ormai alle porte? “Solo una piccola quota al momento è sicura di non fare vacanze quest’estate: poco più del 10% degli intervistati – spiega Walter Caccia, Account Manager TNS Italia. “Da un recente studio realizzato da TNS a metà maggio – continua Caccia – emerge peraltro che è altrettanto bassa la quota di coloro che hanno già prenotato (meno del 20%). Escludendo quelli che andranno in vacanza senza bisogno di alcuna prenotazione (casa vacanza propria o di amici), c’è ancora grande indecisione da parte di oltre la metà degli italiani”. Di questo bacino, un 30% circa intende andare in vacanza, ma non ha ancora prenotato, e un altro 25% sta ancora valutando se farà o meno la vacanza. Questo grosso segmento di indecisi si divide in parti più o meno uguali fra quelli che intendono organizzarsi autonomamente (tramite internet) e quelli che invece sceglieranno una vacanza già organizzata: il villaggio, il viaggio proposto dalle agenzie/tour operator o la crociera. Sarà interessante capire se, e in che misura – conclude Walter Caccia – i player del settore riusciranno a trovarsi nel posto giusto (e in questo senso sarà internet l’arena) con l’offerta giusta, per intercettare i bisogni di questo segmento sempre più rilevante nel mercato italiano”.