Il turismo può guidare un nuovo sviluppo economico mondiale. E l’Italia, per intercettare questa nuova primavera trainata dal turismo, deve cambaire il suo tessuto economico. Lo sottolineano uno studio condotto da Oxford Economics e l’economista Tito Boeri, entrambi interpellati da Amadeus.
Nello studo si legge ch eil “settore dei viaggi crescerà del 5,4% all’anno per i prossimi dieci anni, superando il ritmo di crescita del Pil mondiale”, trainato dai grandi mercati emergenti, con la Cina che mira a superare gli Stati Uniti per diventare quest’anno il più grande mercato turistico outbound del mondo e il più grande mercato nazionale entro il 2017. “Il mondo non è piatto e si sposta ad Est. Se vogliamo intercettare la crescita dobbiamo avere imprese più grandi, manager più ambiziosi, e un sitema creditizio che non premi i soliti noti. Il turismo importante è un settore molto importante per noi – afferma Boeri – ma deve raggiungere economie di scal per renderci competitivi. Eliminando le troppe sacche di inefficenza dovute anche alla stagionalità troppo spinta, che alle 140 mila srutture italiane, con pochi posti letto, porta un 40% di media di tasso d’occupazione”.
Un mercato, quello italiano, che sconta anche i continui tagli nella formazione e la mancanza di politiche di integrazione. La ormai abusata “fuga di cervelli”, che vanno ad arricchire economie più sviluppate come quelle di Inghilterra e Stati Uniti, attirando invece solo manodopopera a basso costo.
Ma torniamo alla crescita del turismo mondiale: il numero di famiglie cinesi in grado di permettersi viaggi all’estero sarà più del doppio nei prossimi 10 anni, per raggiungere la cifra record di 220 milioni. A cui si aggiungeranno tanti altre famiglie da Russia, Brasile, India, Indonesia e Turchia, che avranno una crescita media superiore al 5% all’anno.
Ma, oltre alle famiglie, anche i viaggi d’affari contribuiranno a far crescre il settore dei viaggi, grazie alla ripresa dei collegamenti tra Est e Ovest, anche se i viaggi business del mercato occidentale a corto raggio non raggiungeranno i livelli pre-2008, almeno fino al 2018. L’Asia, infatti, rappresenterà il 55% della crescita globale dei viaggi d’affari nei prossimi dieci anni, guidati dalle economie emergenti di India, Indonesia e Russia.