Europei eco-friendly? Opodo svela il rapporto fra vacanze e ambiente

Opodo svela il rapporto fra turisti europei ed ecologia

Sono stati in 2.000, in prevalenza donne, gli utenti europei che hanno risposto al questionario di Opodo, agenzia di viaggi online, per scoprire qual è il rapporto fra vacanza ed ecologia. Inglesi, tedeschi, francesi e italiani hanno quindi contribuito a creare l’identikit dell’ecoturista 2014. Per quanto riguarda la nazionalità, i tedeschi sono i più ecofriendly. Mentre quelli che dimostrano meno attenzione al tema ecologico sono gli italiani. Generalmente si tratta di coppie senza figli, che hanno disponibilità economiche da investire nelle difesa dell’ambiente, e che hanno maggiore possibilità di scelta rispetto alla meta, perchè non vincolati dalle esigenze dei figli. Al contrario, solo una famiglia su quattro dice di sentirsi preoccupata rispetto a questo tema. Ben il 70% dei partecipanti dichiara di essere pronto a spendere di più per avere servizi eco durante le proprie vacanze, soprattutto tedeschi (76 %), seguiti da inglesi (66%), francesi (66%) e ultimi gli italiani (47%). Per ciò che concerne il mezzo di trasporto, solo il 17% degli intervistati dichiara di essere preoccupato dell’impatto che il trasporto può avere sull’ambiente, quindi sceglie i mezzi pubblici (tram, metro, bus) oppure i tipici trasporti locali (per esempio tuk tuk, biciclette, ecc…) per inquinare di meno e immergersi negli usi tipici del luogo della vacanza. Sono invece tanti – 7 su 10 – gli europei pronti a seguire tutti gli accorgimenti necessari per risparmiare energia, anche quando soggiornano in hotel (come spegnere sempre le luci, non cambiare gli asciugamani ogni giorno, ecc…), ma non sono pronti a spendere di più per scegliere di soggiornare in eco-hotel. Sul fronte attività ecofriendly, la bici è la preferita dai tedeschi (21%) seguiti da inglesi (14%), francesi (13%) e ultimi gli italiani (5%). Invece scegliere prodotti gastronomici locali, di stagione e provenienti da agricolture biologiche è una abitudine abbastanza diffusa tra i francesi (11%), mentre sembra non aver influito sugli usi alimentari degli italiani intervistati.