Strada storica (fu costruita per volere del console Marco Emilio Lepido 2202 anni fa), la Via Emilia è la spina dorsale della regione: ne collega i centri principali, dal mare all’Appennino, fino alle porte di Milano, della Milano di Expo. Ecco perché proprio su questo tema verte l’intera promozione e programmazione della regione, presentata alla vigilia dell’Esposizione Universale in un incontro a Milano che ha visto la partecipazione di Emanuele Burioni, direttore Apt Servizi Emilia Romagna, Massimo Spigaroli, presidente Chef to Chef Emilia Romagna, Liviana Zanetti, presidente Apt Servizi Emilia Romagna, Andrea Corsini, assessore al Turismo Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, presidente Regione Emilia Romagna, Antonio Ghini, direttore Musei Ferrari, lo chef 3 stelle Michelin Massimo Bottura e il noto critico d’arte Philippe Daverio.
“La Via Emilia – spiega Andrea Corsini– è il percorso ideale tra i prodotti che costituiscono l’identità dell’Emilia Romagna: 260 km per conoscere i 41 prodotti Dop e Igp, un vero record, i 27 stabilimenti termali e infine i top brand della regione, a iniziare da quelli dell’auto”. Messa a punto per Expo, questa formula di turismo esperienziale (non a caso il claim è Via Emilia, Experience the Italian Lifestyle) è pensata per sopravvivergli, anzi per costituire il modello del turismo del futuro. Perché la regione punta a farsi conoscere (e amare) attraverso un’identità unica che risulta dalla tessitura millenaria di cibo, arte, storia, eccellenza. Ovvero attraverso i club di prodotto che organizzano in pratica l’offerta: Food Valley, Motorvalley, Wellenss Valley e Città d’Arte.
Con un totale complessivo di 4500 alberghi, l’Emilia Romagna si candida ad essere, con la Lombardia, il principale hub di accesso ad Expo.