C’è un’Italia che pedala, in cui almeno un quarto degli abitanti vanno in bici tutti i giorni, e un’Italia che arranca, almeno sul fronte delle due ruote, perché non ci sono le strutture e le possibilità. Ma nel complesso sono addirittura 20 le città italiane che “hanno performance di ciclabilità a livello europeo”. È il quadro del nostro Paese come emerge dal rapporto “l’A Bi Ci” sulla ciclabilità di Legambiente, realizzato in collaborazione con Rete mobilità nuova e presentato al ministero dell’Ambiente alla vigilia del festival nazionale dei ciclisti urbani, il ‘VeloLove’ che si tiene dal 1 maggio al 7 giugno.
Il documento proclama Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso “capitali della bici”, grazie a un utilizzo quotidiano da parte del 25% della popolazione. In altre cinque città ”il 20% degli spostamenti è soddisfatto dalle bici e in 11 la percentuale di ciclisti è superiore al 10%”. Buone notizie, dunque, anche e soprattutto perché in generale il numero dei cosiddetti ciclisti abituali è in crescita, come la “voglia di bicicletta”. Il ciclismo urbano non è più un fenomeno di nicchia – ha detto Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente -. La strada virtuosa aperta da alcuni comuni virtuosi del Nord Italia può essere copiata nel resto d’Italia”. Anche se il trend è positivo, Legambiente fa anche notare che rimane ampio il divario tra le nostre grandi città (prime tra tutte Roma, Torino e Bari) e le più virtuose capitali del Nord, come Amsterdam, Berlino e Copenaghen.