In Italia l’industria della cultura rende 74 miliardi di euro, ma solo 2,4 miliardi, cioè il 3,4%, vengono dalla Sicilia. In base ai dati del Rapporto 2014 “Io sono cultura”, elaborato dalla fondazione Symbola e da Unioncamere e presentato ieri alla Camera di Commercio di Palermo, la propensione ad esportare eventi made in Sicily è straordinariamente bassa (peggio fanno solo Sardegna e Calabria). Qualche numero per rendersi conto delle dimensioni del mercato e dei suoi attori. In Italia, le imprese che fanno parte del sistema produttivo cultura (musei, agenzie di eventi e spettacolo, imprese di moda ecc) sono 443.458, ma solo 26.828 sono siciliane. Nella classifica dell’occupazione creata dalle industrie culturali, tra le 109 province italiane, ai primi posti ci sono Arezzo e Pesaro, mentre quelle siciliane sono in fondo alla classifica: Trapani al 66 esimo posto, Enna al 73esimo, Messina al 75esimo, Catania al 77esimo, Agrigento all’82esimo, Palermo all’86simo posto, Siracusa al 97esimo, Ragusa al 98 esimo, Caltanissetta al 105 esimo. Un dato tanto più grave se messo in relazione con le caratteristiche dell’isola. Come ha sottolineato il vicepresidente di Unioncamere Sicilia, Vittorio Messina “Il patrimonio culturale della nostra regione è vastissimo e, se messo a frutto, potrebbe portare ricchezza e nuovi posti di lavoro”.