L’Albania apre al turismo culturale. Oltre a quello balneare della riviera ionica, il Paese intende puntare su un turismo interessato a visitarne la ricchezza storica, archeologica, architettonica e artistica dal sapore multiculturale e interreligioso.
”Fino a due anni fa – ha spiegato il ministro per il Turismo, Arben Ahmetaj – rincorrevamo i numeri”, ma ora le cose stanno per cambiare. A scegliere di visitare il Paese sono soprattutto turisti kosovari, il 38% sul totale degli arrivi, macedoni (14%), greci (10%), montenegrini (6%) e italiani (5%) e s’iniziano a incrociare “visitatori che provengono anche dall’Est e dal Nord Europa”.
Mancano però strutture ricettive, infrastrutture e trasporti adeguati. A oggi il numero degli hotel in tutto il Paese è di circa 728 per un totale di 29.700, posti letto. Il Paese delle Aquile è dunque in cerca di investitori, anche italiani. Al momento a investire nel comparto sono soprattutto Grecia, Austria, Turchia e alcuni Paesi arabi.
Non sarà difficile per l’Albania “riconvertirsi” da destinazione marittima a culturale perché tanto ha da dare in termini di bellezza e non solo paesaggistica. Da Tirana, con la sua architettura di epoca fascista, a Berat, la città dalle mille finestre, in cui perdersi nelle stradine strette e tortuose, con le sue case bianche dai tetti rossi, le antiche moschee e le chiese ortodosse affrescate. Poi c’è l’antica città di Argirocastro, più a Sud, con i suoi tetti in pietra e le case incorniciate da rose e tralci d’uva centenari, fino al parco archeologico di Butrinto, a pochi chilometri a confine con la Grecia.