Non in Italia, ma succede: grandi opere pubbliche vengono terminate in anticipo, in anticipo addirittura di 2 anni sui 3 previsti. Così, la conclusione del raddoppio della via d’acqua del Canale di Suez avverrà il 6 agosto 2015, a un anno esatto dal via. Secondo Mohab Mumish, presidente e direttore esecutivo dell’Autorità del Canale di Suez, l’autorità che gestisce la maggior risorsa di valuta estera per l’Egitto, la mastodontica impresa mostra al mondo “quello di cui sono capaci gli egiziani”. Ma il nuovo canale, la cui via d’acqua sarà raddopppiata per 72 km, non è solo per l’Egitto. La previsione è infatti di grandi vantaggi per i trasporti mondiali, a fronte di un aumento degli incassi dei moli dai 5,3 miliardi di dollari attuali a quota 17,2 nel 2023. La decisione del raddoppio del canale di Suez, relizzato quasi 150 fa da Alberto Negrelli, nasce dalla constatazione della sua attuale inadeguatezza, in quanto non consente il transito alle nuove superpetroliere e per le lunghe attese a cui costringe i mercantili, prima di poterlo percorrere.