Parte da Londra la conquista delle Start up europe da parte di Google. Che, tramite il suo veicolo finanziario Google Ventures, mette a disposizione 100 milioni di dollari (75 milioni di euro circa) per investimenti in innovative società del Vecchio Continente.
Google Ventures nacque nel 2009 con un capitale di 100 milioni di dollari, per poi salire a 300 milioni di dollari di disponibilità ogni anno, arrivando a gestire un fondo da 1,5 miliardi di dollari. Nel corso di questi cinque anni il venture capital della grande G ha investito in tutti i campi, naturalmente con un occhio di riguardo su società in ambito internet e mobile, ma anche in biotecnoogie ed health care, vecchi pallini di Sergey Brin, tecnologie verdi, smart grid, gaming, sistemi di pagamento e, naturalmente, turismo e trasporti.
Proprio la app che negli ultimi tempi ha fatto tanto parlare di sé anche per le proteste che si è portata dietro, ovvero Uber, è stata una dei principali successi della società; GV ha infatti investito 250 milioni di dollari in una prima fase e un’altra cifra non precisata meno di un mese fa. Lo sviluppo di Uber va in due direzioni: non solo un servizio di trasporto con auto Ncc da un lato, e l’inserimento dell’offerta Uber fra le soluzioni elencate da Google Maps. Che sempre di più diventa un contenitore compendio di servizi e informazioni per il viaggiatore. Tra li investimenti fatti da GV anche Homeway, che ha acquisito la francese Homelidays o la spagnola Toprural, il grande portale di affitto di case private. In Europa le società su cui Google vuole scommettere sono SoundCloud, Spotify o Supercell, quelli del gioco Clash of clans, ma spazio c’è per tutti quei startupper, molti dei quali attivi nel mondo del travel (vedi i reportage sull’Expo delle startup), capace di attirare le attenzioni del numero uno del fondo Bill Maris.
“Il nostro obiettivo è semplice: vogliamo investire nelle migliori idee dei migliori imprenditori europei e aiutarli a realizzarle. – ha spiegato Maris, che ha curato gli investimenti in oltre 250 realtà statunitensi in questi ultimi 5 anni -. Le startup non hanno bisogno solo del capitale per avere successo: serve supporto tecnico, nel design, e assistenza nell’assunzione del personale, nel marketing e nella gestione del prodotto”. Insomma tutto quello che ha fatto di Google la regina del web.